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Saturday, July 11, 2020

GIACINTO PLESCIA:splendenza



...........................gsublime.................................... ..................... si è in presenza dell'arkè o transpriorità o transingolarità del sublime . Si delinea una gestell o struttura o impianto dell'opera sul sentiero di una   analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in kant, per interpretare l'analitica della transbellezza e l'analitica del sublime. Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-bellezza heideggeriana, già compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico eventuato già da anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti: presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'immaginazione della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della transingolarità o transereignis. A quella visione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale coercizione kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella tensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. Ma nessuno si è ancora chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel mito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy instabile, fluttuante, phyon o dynon o transplendenza sublime o splendezza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggi sempre entousiasta , nell'eventuarsi sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transmitica alterezza quale bellezza-sublime o sublime-bellezza. Le interpretazioni della transestetica transestatica quell'eventuarsi dell'abissalità transgettano nel pensiero in mondità. Quel che seguirà è intriso di quella transpregnanza e salienza in transplendenza sublime o transplentezza.




a) transestetica estatica

Il sublime dilata il cuore in sistole e diastole e costringe l'attenzione nella stabilità e nella tensione. È stancante: è la transestetica sublime o transplendenza sublime o transluccicanza sublime o risplendezza o transrisplendezza sublime o splendenza dell'evento sublime. La bellezza discioglie la transpurezza dell'anima : si percepisce una differenza transfenomenica o una incongruenza spaziale nella transestetica, presente nell'epigenesi longiniana del sublime, ma non ancora una differenza noumenica nella transbellezza o nel sublime. Qui il sentimento o l'intenzionalità sublime consiste in una vibrazione o alternazione rapida dei sentimenti o alterità o alterezza o splendenza o splendezza dell'esserci.
Il dinamicamente sublime o dynon o phyon o splendezza sublime è simile alla transpotenza osservata in natura irresistibile e terribile, ma se si è al sicuro, si rimane disinteressati e perciò non c'è più un ob-getto o gegenstand che incuti paure. Dio è terribile ma l'uomo non ha paura. Anzi solo il dio del sublime quale ultimo Dio o ultimo degli dei ci può salvare o solo il sublime o la splendenza sublime salverà il mondo. Quella è la differenza: il sublime è il coraggio della transpurezza dell'anima e consente di scoprire un'abilità di transtabilità transepistemica, ma solo perchè c'è l'alterezza dell'esserci o la splendezza dell'evento sublime. La natura è sublime perché eleva, innalza l'immaginazione all'esposizione eccelsa o la svela nella transplendenza o transplendezza, là ove la mente può essere l'unica facoltà capace di comprendere la sublimità, anche al di sopra della stessa natura, quale sublimità appartenente alla libertà transestetica dell'alterezza o alla splendenza sublime............

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