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Thursday, June 25, 2009

............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bel

  • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile

    tags: ............................., ogni, allontanamento, dalla, transmonade, verso, la, molteplicità, equivale, a, una, perdita, di, perfezione., Epigenesi, della, bellezza-sublime, è, l’imprimersi, forma, dell’idea, pervasa, da, sublazione, spirituale, soprasen, ontologia, dell

    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o
    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o
    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o

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La Gazzetta dello Sport, 24 giu 2009. Pages 6 - 7




La Gazzetta dello Sport
24 giu 2009

Tuesday, June 09, 2009

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1338727

vibrano all'unisono
Pur molto lontane, ciascuna di esse funziona come due palline connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte
NIST) hanno dimostrato la possibilità di produrre e osservare il fenomeno di entanglement – che Einstein definì come una sorta di “azione fantasmatica a distanza” – in un sistema su scala atomica del tutto simile a un sistema meccanico del mondo macroscopico. La ricerca, descritta sull'ultimo numero della rivista “Nature”, amplia le applicazioni di questo tipo di fenomeni, aggiungendo un tassello al difficile mosaico di conoscenze e tecniche che dovrebbero portare un giorno alla costruzione di un computer quantistico funzionante.Università del Colorado e primo autore dell'articolo. “Nessuno sa dove sia il confine tra il mondo quantistico e quello classico: forse possiamo indagare la questione cercando nuovi sistemi che possono o non possono essere preparati in questo modo.”

I fisici del National Institute of Standards and Technology (

L'apparato sperimentale comprende due coppie di ioni vibranti all'unisono anche quando sono separati nello spazio. Ciascuna coppia funziona come due palline connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte.

L'entanglement è un peculiare effetto quantistico che lega lo stato di due particelle poste anche a notevole distanza se queste vengono inizialmente preparate in modo opportuno. Poiché la misurazione dello stato quantistico di una delle due fa “precipitare” istantaneamente anche quello della seconda particella, l'effetto viene interpretato anche come un fenomeno di “teletrasporto” dello stato quantistico, e sono ormai numerosi gli esempi di semplici particelle in cui si è riusciti a produrre tale effetto.

“Abbiamo indotto l'entanglement in un sistema in cui non era mai stato osservato, e si tratta di un sistema fisico oscillante che ha un corrispettivo nel mondo macroscopico”, ha spiegato John Jost, studente laureato dell'

in sostanza, Jost e colleghi sono riusciti a imporre l'entanglement al moto vibratorio di due coppie di ioni berillio/magnesio. Ciascuna coppia si comporta come un oscillatore meccanico connes

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