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Wednesday, August 05, 2009

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Sunday, July 26, 2009

Saturday, July 04, 2009

Se il filosofo «rilegge» il terrorismo

http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/10/filosofo_rilegge_terrorismo_co_9_080610150.shtml

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Il Messaggero  |  2 giu 2009  |  Italia  |  Italiano  | Released: 31d. 14h. ago  | Page: 22
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Il Messaggero  |  2 giu 2009  |  Italia  |  Italiano  | Released: 31d. 14h. ago  | Page: 22
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Il Messaggero  |  19 giu 2009  |  Italia  |  Italiano  | Released: 8d. 20h. ago  | Page: 17

Thursday, June 25, 2009

............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bel

  • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile

    tags: ............................., ogni, allontanamento, dalla, transmonade, verso, la, molteplicità, equivale, a, una, perdita, di, perfezione., Epigenesi, della, bellezza-sublime, è, l’imprimersi, forma, dell’idea, pervasa, da, sublazione, spirituale, soprasen, ontologia, dell

    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o
    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o
    • ............................. ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza e sublanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transevidente e transvisibile nell'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente, quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. La sublazione o transexcelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza il sublime matematico o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punti métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublation excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza giacchè la sublation si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade,
    • Gegestand», non è una cosa, una sostanza o un oggetto ma è data come attuatrice di atti intenzionali nel plesso della transcendenza della singolarità di senso: ogni ente dal modo d’essere difforme dall’esserci va concepito come insensato, per essenza destituito di qualunque senso o c'è solo la transcendenza del senso . La non cosalità dell’esserci-sublime, sia quale matematica infinita sublime, sia quale dinamica estatika sublime è la fondatezza della trascendenza della singolarità anche del suo essere-sublime-spaziale, quasi la kantiana dasein dell'essere-nello-spazio: l’esserci stesso, nel suo essere-nel-mondo, è “spaziale” o dasein-spaziale-sublyme-in-estasy: l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto soltanto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo . La spazialità dell’esserci-sublyme non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’apertura di senso che si inoltra nella radura sublime illuminandola. Ecco perché l’esserci-sublyme è nel contempo sublime spaziale in senso originario e la dimostrazione che questa spazialità è esistenzialmente possibile solo grazie alla temporalità non può prefiggersi di dedurre lo spazio dal tempo, o di risolverlo in puro tempo. Lì si disvelò la trascendenza quasi ontologica in Kant: un'ontologia, ovvero di una teoria dell'ente o essere dell'ente che dispiegasse la filosofia trascendentale verso la problematica della singolarità in trascendenza dell'ente, della teleologia, dell'esperienza estetica, dell'intersoggettività, la destinanza della trascendenza è al contempo una nuova comprensione epistemica della natura. Il Giudizio è una ragione che si trasforma, individuando la presenza di un carattere "significativo" nell'esperienza della bellezza trascendente o della purezza aderente in natura, ma comprendendola come un'esperienza diversa e non subordinata a quella concettuale, che prima era il paradigma d'ogni significatività quale apriorità epistemica. E' una ragione che scopre un principio d'o

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La Gazzetta dello Sport, 24 giu 2009. Pages 6 - 7




La Gazzetta dello Sport
24 giu 2009

Tuesday, June 09, 2009

http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/articolo/1338727

vibrano all'unisono
Pur molto lontane, ciascuna di esse funziona come due palline connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte
NIST) hanno dimostrato la possibilità di produrre e osservare il fenomeno di entanglement – che Einstein definì come una sorta di “azione fantasmatica a distanza” – in un sistema su scala atomica del tutto simile a un sistema meccanico del mondo macroscopico. La ricerca, descritta sull'ultimo numero della rivista “Nature”, amplia le applicazioni di questo tipo di fenomeni, aggiungendo un tassello al difficile mosaico di conoscenze e tecniche che dovrebbero portare un giorno alla costruzione di un computer quantistico funzionante.Università del Colorado e primo autore dell'articolo. “Nessuno sa dove sia il confine tra il mondo quantistico e quello classico: forse possiamo indagare la questione cercando nuovi sistemi che possono o non possono essere preparati in questo modo.”

I fisici del National Institute of Standards and Technology (

L'apparato sperimentale comprende due coppie di ioni vibranti all'unisono anche quando sono separati nello spazio. Ciascuna coppia funziona come due palline connesse da una molla, che vibrano avanti e indietro in direzioni tra loro opposte.

L'entanglement è un peculiare effetto quantistico che lega lo stato di due particelle poste anche a notevole distanza se queste vengono inizialmente preparate in modo opportuno. Poiché la misurazione dello stato quantistico di una delle due fa “precipitare” istantaneamente anche quello della seconda particella, l'effetto viene interpretato anche come un fenomeno di “teletrasporto” dello stato quantistico, e sono ormai numerosi gli esempi di semplici particelle in cui si è riusciti a produrre tale effetto.

“Abbiamo indotto l'entanglement in un sistema in cui non era mai stato osservato, e si tratta di un sistema fisico oscillante che ha un corrispettivo nel mondo macroscopico”, ha spiegato John Jost, studente laureato dell'

in sostanza, Jost e colleghi sono riusciti a imporre l'entanglement al moto vibratorio di due coppie di ioni berillio/magnesio. Ciascuna coppia si comporta come un oscillatore meccanico connes

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Monday, May 18, 2009

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    tags: ontologia, della, physis

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Tuesday, May 05, 2009

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    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
    • senza-fine e del senza-limiti: presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della transingolarità o transereignis o evento della splendenza sublime. A quella visione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale coercizione kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel transmito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy transtabile, fluttuante, phyon o dynon o transplendenza sublime o splendezza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente, o che si
    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
    • senza-fine e del senza-limiti: presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della transingolarità o transereignis o evento della splendenza sublime. A quella visione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale coercizione kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel transmito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy transtabile, fluttuante, phyon o dynon o transplendenza sublime o splendezza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente, o che si
    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
    • senza-fine e del senza-limiti: presente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si autoeventui il sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento o della transingolarità o transereignis o evento della splendenza sublime. A quella visione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale coercizione kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si eventui senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da eventuare il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. Forse il pensiero di Plotino ci viene in soccorso per delineare nel transmito di Kalypso la disvelatezza del transmito del sublime, quale transbellezza in transestasy transtabile, fluttuante, phyon o dynon o transplendenza sublime o splendezza sublime in contrastanza transdelirante assentemente presente, o che si

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    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
    • l’ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, la fondatezza non mitica del mitos, la fondatezza non epistemica dell’epistemè, la fondatezza non tecnica della tecnè, la fondatezza non artigianale, o seriale, dell’opera d’arte: proprio nell’epoca ove quelle varietà superontiche rischiano di imporre le loro imperanti volontà di potenza ontoteologica fondamentali sta. Purtroppo per gli artefici dell’oblio dell’ontologia dell’opera d’arte quella presenza strisciante si dispiega nelle fondamenta dell’imperativo categorico del pensiero calcolante della tecnè, ma anche nella decostruzione ermeneutica e fin’anche nell’ontologia classica, o là ove il pensiero poetante non sappia disvelare tutta la sua sublime poiesis quale opera d’arte dell’ontopoiesis dell’interagenza dell’essere poetante
    • ........la platonica ikona della temporalità quale ikona dinamica dell’eternità o ikona ontodinamica dell’apeiron o ikona ontodinamica del dis-apeiron, del dis-infinito, della dis-gestell dell’essere sublyme. Lì l’ontodinamica ikonica dell’essere -infinito si discopre quale imago ontodinamica dell’essere sublyme o quale imagine ontodinamica dell’apeiron del pensiero primigenio sottratto alla mitopoiesis. Ma in origine l’ikona ontodinamica ontokronica si svela senza differenza ontologica quale sublymanza dalla mitopoiesis del l’apeiron dis-infinita, ove l’ikona del kairos si confonde con l’imagine della kronotopia infinita. Solo l’epistemica e l’ermeneutica creano la fissione nella kronotopia, giammai l’essere-sublyme dell’esserci quale musagete che sottrae all’eternità divine delle mitiche muse l’ikona dell’ontodinamica kronotopica. La frattalità del’ikona ontodinamica della temporalità platonica differenzia ontologicamente l’epistemica e l’ermeneutica dall’ontopoietica dell’essere-sublime dall’esserci del musagete, ma in origine ci fu una onto-topia della gestell ove si eventuò l’epistemica e l’ermeneutica ontologica mai scomparsa nei dispiegamenti storici dell’essere-sublyme, anzi lì curata e custodita dalle incursioni della volontà di potenza imperativa dell’epistemica ontologica. Quella presenza incompente impera e sottrae nel corso del tempo l’ontopoietica epistemica dell’ontodinamica onto-poietica per attuare la morfogenesi della tecnica o dell’artigianato o del saper-fare mondano e klonante. O sottrae all’ikona dell’essere-sublymanza-dell’infinito l’ontodinamica cronologica della frattalità temporale. Solo così l’epistemica e l’ermeneutica si dispiegano quali immagini della storia della mondità , ma quell’evento inaugura l’oblio dell’essere-sublymità-dall’essere quale sublymanza dell’essere per essere solo sublime della tecnè, prima, e della tecnica artigiana poi, ove l’ontodinamica infinita dell’ikona si è dissipata, dissolta, dis-obliata: è l’oblio dell’ess
    • Ontologia of the ontykona.there is an ontosonanza and an ontovisione or an onto-resonance or an onto-forecast ontoepistemica of the be-art-disarte-dell'ikona-dell'essere of the muse-dismuse abandoned, but never fleeing, from him god-disdei fugitive-disfuggitivi. That ontosonanza and ontovisione-disvisione him eventua to the presence ontoepistemica of the musagete-dismusagete in ecstatic with-templatezza of the ontorisonanza-ontoprevisione of the muse-dismuse-attanziali and seductive, rather ontoattanti and introducing the ontoducenza of the destinanza of the be-art-dell'essere and never art of the corporate body or the not-corporate body or of the nothing or of the nothing: since there him eventua the ontovisione of the being, the ontological vision of the be-art, the ontological resonance of the aletheia. the work of art is abandoned from him god-disdei in escape-disfuga for appearance-destinanza iconoclast or mitoclasta or ontoteologica or epistemica, the being doesn't take care of him or you/he/she is indifferent or he takes care of his/her passion for the indifference for that escape-disfuga and therefore you/he/she ever abandons the ontological truth of the work of art, since his/her ikonapoiesis-post-iconoclast is never grazed by the nihilismo of the iconoclasm-mitoclastia epistemica of the tecnè of the appearance ontica and worldly.
    • ontologia della poiesis di g.p. di monderose maggia che cos'è che dà magia al giorno? che cos'è che dà magia al tempo? che cos'è che dà magia ai sogni? che cos'è che dà magia all'universo? che cos'è che dà magia alla notte? che cos'è che dà magia alle stelle? che cos'è che dà magia ai suoi occhi? che cos'è che dà magia? magia? maggio? maggia? che cos'è che dà magia a maggio? che cos'è che dà magia al mito? che cos'è che dà magia al silenzio? che cos'è che dà magia all'anima? l'essere? l'interessere? l'interesserci....essere assentemente presente essere presentemente assente....essere nella magia dell'essere, essere la magia dell'essere, essere magia in essere....? .tenera è la morte.................................................................................................................................................................................di gpdimonderose........................................................................................................................................................tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle più belle............quasi fossero le sue pupille volanti. ....................oh quanti giorni ancora e poi il nulla?......vedrò le sue pupille di notte..........quando saliranno al cielo quali stelle................ohhh le regalo il mio nu
    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
    • l’ontologia classica ha eluso la fondatezza non matematica della matesis, la fondatezza non logica del logos, la fondatezza non mitica del mitos, la fondatezza non epistemica dell’epistemè, la fondatezza non tecnica della tecnè, la fondatezza non artigianale, o seriale, dell’opera d’arte: proprio nell’epoca ove quelle varietà superontiche rischiano di imporre le loro imperanti volontà di potenza ontoteologica fondamentali sta. Purtroppo per gli artefici dell’oblio dell’ontologia dell’opera d’arte quella presenza strisciante si dispiega nelle fondamenta dell’imperativo categorico del pensiero calcolante della tecnè, ma anche nella decostruzione ermeneutica e fin’anche nell’ontologia classica, o là ove il pensiero poetante non sappia disvelare tutta la sua sublime poiesis quale opera d’arte dell’ontopoiesis dell’interagenza dell’essere poetante
    • ........la platonica ikona della temporalità quale ikona dinamica dell’eternità o ikona ontodinamica dell’apeiron o ikona ontodinamica del dis-apeiron, del dis-infinito, della dis-gestell dell’essere sublyme. Lì l’ontodinamica ikonica dell’essere -infinito si discopre quale imago ontodinamica dell’essere sublyme o quale imagine ontodinamica dell’apeiron del pensiero primigenio sottratto alla mitopoiesis. Ma in origine l’ikona ontodinamica ontokronica si svela senza differenza ontologica quale sublymanza dalla mitopoiesis del l’apeiron dis-infinita, ove l’ikona del kairos si confonde con l’imagine della kronotopia infinita. Solo l’epistemica e l’ermeneutica creano la fissione nella kronotopia, giammai l’essere-sublyme dell’esserci quale musagete che sottrae all’eternità divine delle mitiche muse l’ikona dell’ontodinamica kronotopica. La frattalità del’ikona ontodinamica della temporalità platonica differenzia ontologicamente l’epistemica e l’ermeneutica dall’ontopoietica dell’essere-sublime dall’esserci del musagete, ma in origine ci fu una onto-topia della gestell ove si eventuò l’epistemica e l’ermeneutica ontologica mai scomparsa nei dispiegamenti storici dell’essere-sublyme, anzi lì curata e custodita dalle incursioni della volontà di potenza imperativa dell’epistemica ontologica. Quella presenza incompente impera e sottrae nel corso del tempo l’ontopoietica epistemica dell’ontodinamica onto-poietica per attuare la morfogenesi della tecnica o dell’artigianato o del saper-fare mondano e klonante. O sottrae all’ikona dell’essere-sublymanza-dell’infinito l’ontodinamica cronologica della frattalità temporale. Solo così l’epistemica e l’ermeneutica si dispiegano quali immagini della storia della mondità , ma quell’evento inaugura l’oblio dell’essere-sublymità-dall’essere quale sublymanza dell’essere per essere solo sublime della tecnè, prima, e della tecnica artigiana poi, ove l’ontodinamica infinita dell’ikona si è dissipata, dissolta, dis-obliata: è l’oblio dell’ess
    • Ontologia of the ontykona.there is an ontosonanza and an ontovisione or an onto-resonance or an onto-forecast ontoepistemica of the be-art-disarte-dell'ikona-dell'essere of the muse-dismuse abandoned, but never fleeing, from him god-disdei fugitive-disfuggitivi. That ontosonanza and ontovisione-disvisione him eventua to the presence ontoepistemica of the musagete-dismusagete in ecstatic with-templatezza of the ontorisonanza-ontoprevisione of the muse-dismuse-attanziali and seductive, rather ontoattanti and introducing the ontoducenza of the destinanza of the be-art-dell'essere and never art of the corporate body or the not-corporate body or of the nothing or of the nothing: since there him eventua the ontovisione of the being, the ontological vision of the be-art, the ontological resonance of the aletheia. the work of art is abandoned from him god-disdei in escape-disfuga for appearance-destinanza iconoclast or mitoclasta or ontoteologica or epistemica, the being doesn't take care of him or you/he/she is indifferent or he takes care of his/her passion for the indifference for that escape-disfuga and therefore you/he/she ever abandons the ontological truth of the work of art, since his/her ikonapoiesis-post-iconoclast is never grazed by the nihilismo of the iconoclasm-mitoclastia epistemica of the tecnè of the appearance ontica and worldly.
    • ontologia della poiesis di g.p. di monderose maggia che cos'è che dà magia al giorno? che cos'è che dà magia al tempo? che cos'è che dà magia ai sogni? che cos'è che dà magia all'universo? che cos'è che dà magia alla notte? che cos'è che dà magia alle stelle? che cos'è che dà magia ai suoi occhi? che cos'è che dà magia? magia? maggio? maggia? che cos'è che dà magia a maggio? che cos'è che dà magia al mito? che cos'è che dà magia al silenzio? che cos'è che dà magia all'anima? l'essere? l'interessere? l'interesserci....essere assentemente presente essere presentemente assente....essere nella magia dell'essere, essere la magia dell'essere, essere magia in essere....? .tenera è la morte.................................................................................................................................................................................di gpdimonderose........................................................................................................................................................tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle più belle............quasi fossero le sue pupille volanti. ....................oh quanti giorni ancora e poi il nulla?......vedrò le sue pupille di notte..........quando saliranno al cielo quali stelle................ohhh le regalo il mio nu
    • transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di
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    • ........la platonica ikona della temporalità quale ikona dinamica dell’eternità o ikona ontodinamica dell’apeiron o ikona ontodinamica del dis-apeiron, del dis-infinito, della dis-gestell dell’essere sublyme. Lì l’ontodinamica ikonica dell’essere -infinito si discopre quale imago ontodinamica dell’essere sublyme o quale imagine ontodinamica dell’apeiron del pensiero primigenio sottratto alla mitopoiesis. Ma in origine l’ikona ontodinamica ontokronica si svela senza differenza ontologica quale sublymanza dalla mitopoiesis del l’apeiron dis-infinita, ove l’ikona del kairos si confonde con l’imagine della kronotopia infinita. Solo l’epistemica e l’ermeneutica creano la fissione nella kronotopia, giammai l’essere-sublyme dell’esserci quale musagete che sottrae all’eternità divine delle mitiche muse l’ikona dell’ontodinamica kronotopica. La frattalità del’ikona ontodinamica della temporalità platonica differenzia ontologicamente l’epistemica e l’ermeneutica dall’ontopoietica dell’essere-sublime dall’esserci del musagete, ma in origine ci fu una onto-topia della gestell ove si eventuò l’epistemica e l’ermeneutica ontologica mai scomparsa nei dispiegamenti storici dell’essere-sublyme, anzi lì curata e custodita dalle incursioni della volontà di potenza imperativa dell’epistemica ontologica. Quella presenza incompente impera e sottrae nel corso del tempo l’ontopoietica epistemica dell’ontodinamica onto-poietica per attuare la morfogenesi della tecnica o dell’artigianato o del saper-fare mondano e klonante. O sottrae all’ikona dell’essere-sublymanza-dell’infinito l’ontodinamica cronologica della frattalità temporale. Solo così l’epistemica e l’ermeneutica si dispiegano quali immagini della storia della mondità , ma quell’evento inaugura l’oblio dell’essere-sublymità-dall’essere quale sublymanza dell’essere per essere solo sublime della tecnè, prima, e della tecnica artigiana poi, ove l’ontodinamica infinita dell’ikona si è dissipata, dissolta, dis-obliata: è l’oblio dell’ess
    • Ontologia of the ontykona.there is an ontosonanza and an ontovisione or an onto-resonance or an onto-forecast ontoepistemica of the be-art-disarte-dell'ikona-dell'essere of the muse-dismuse abandoned, but never fleeing, from him god-disdei fugitive-disfuggitivi. That ontosonanza and ontovisione-disvisione him eventua to the presence ontoepistemica of the musagete-dismusagete in ecstatic with-templatezza of the ontorisonanza-ontoprevisione of the muse-dismuse-attanziali and seductive, rather ontoattanti and introducing the ontoducenza of the destinanza of the be-art-dell'essere and never art of the corporate body or the not-corporate body or of the nothing or of the nothing: since there him eventua the ontovisione of the being, the ontological vision of the be-art, the ontological resonance of the aletheia. the work of art is abandoned from him god-disdei in escape-disfuga for appearance-destinanza iconoclast or mitoclasta or ontoteologica or epistemica, the being doesn't take care of him or you/he/she is indifferent or he takes care of his/her passion for the indifference for that escape-disfuga and therefore you/he/she ever abandons the ontological truth of the work of art, since his/her ikonapoiesis-post-iconoclast is never grazed by the nihilismo of the iconoclasm-mitoclastia epistemica of the tecnè of the appearance ontica and worldly.
    • ontologia della poiesis di g.p. di monderose maggia che cos'è che dà magia al giorno? che cos'è che dà magia al tempo? che cos'è che dà magia ai sogni? che cos'è che dà magia all'universo? che cos'è che dà magia alla notte? che cos'è che dà magia alle stelle? che cos'è che dà magia ai suoi occhi? che cos'è che dà magia? magia? maggio? maggia? che cos'è che dà magia a maggio? che cos'è che dà magia al mito? che cos'è che dà magia al silenzio? che cos'è che dà magia all'anima? l'essere? l'interessere? l'interesserci....essere assentemente presente essere presentemente assente....essere nella magia dell'essere, essere la magia dell'essere, essere magia in essere....? .tenera è la morte.................................................................................................................................................................................di gpdimonderose........................................................................................................................................................tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle più belle............quasi fossero le sue pupille volanti. ....................oh quanti giorni ancora e poi il nulla?......vedrò le sue pupille di notte..........quando saliranno al cielo quali stelle................ohhh le regalo il mio nu

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