è quanto hanno scoperto i fisici dell'Università della California a Berkeley e del Lawrence Berkeley National Laboratory (LBNL).
In particolare, gli elettroni all'interno di ciascuna nanobolla rimangono segregati in livelli energetici quantizzati invece di occupare bande di energia come nel grafene standard.
Tali livelli energetici sono identici a quelli che un elettrone occuperebbe se si muovesse lungo una traiettoria a sezione circolare per effetto di un campo magnetico di intensità dell'ordine dei 300 tesla, che è un valore maggiore di quello raggiungibile in qualunque laboratorio, tranne che in brevi esplosioni, come ha spiegato Michael Crommie, professore di fisica dell'UC Berkeley e ricercatore dell'LBNL, coautore dell'articolo apparso sulla rivista Science.
Per confronto, basti considerare che gli scanner per la risonanza magnetica utilizzano campi magnetici d'intensità inferire a 10 tesla, mentre il campo magneitco terrestre a livello del suolo misura 31 microtesla.
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