Si approderà nella sinuosa transontologia del sublime o sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prioritaria ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana.
Si offrirà dispieganza delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della transmathesis o pitagorico o platonico, o svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale evento sublime della transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime, quale sublatione eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là e sempre al di sopra o sempre oltre il sensibile e del percepibile, quasi fosse l'alterezza sublime proustiana o l'archegete della sublime ontopologia sublime. Lì c'è l'archegeta transvisione della sublatione sublime in transcendenza, sia pure solo nell'esserci pensante che contempli la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile o l'ideale sublime. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile, già per l'archegete della ontopologia sublime Schelling c'è sempre un senza fine o infinitezza, o una infinità d'imago nell'esserci o abissalità senza fondale ove c'è l'eventuanza o si dà diafanè la transvedenza del sublime, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'eventurarsi sublime della sublatione o svelatenza o transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime.
A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale sublatione in concordanza o dispieganza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale eventuanza dell' abissale abnegarsi dell'esserci disubissato o che si transpieghi nell'evidenziarsi svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi o depurarsi o abnegarsi, e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella sublatione o transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da evidenziarsi in diafanè o transfenomeno del sublime o noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico nella transcendenza quale sublatione dell'esserci.
La sublime aritmetica o geometria o matematica innata nelle stelle, è inerente nel kosmos o è sublime kosmesi la più bella tra le forme o varietà o manifolds attraverso le quali l'idea, la transmonade essenziale di bellezza può essere visibile o lì si colga l'idea di bellezza, nella sua purezza quale transcendenza della sublatione dell' essere: lì un attimo di bellezza è un attimo d'esistenza. In quell' istante c'è l'eventuanza che c'è in tutta l'eternità. L'essenza della bellezza è l'essenza dell'idea, o è la sua completezza senza dolore o angoscia: è la bellezza della forma visibile o percepibile quale Essenza. Ma tale elevatezza della bellezza, o sublatione è la trascendenza dell' essere, o la sublazione del dasein quale sublazione della simmetria delle forme della bellezza o la sublatione della bellezza della forma, o la sublatione della bellezza stessa. Qui c'è la completa armonia o transarmonia afenomenica in sublatione, quale purezza dell'immaginarsi sublatione della bellezza, o la sua contemplanza quale arte della sublatione nella bellezza. Quella bellezza che si dà dalla perfetta sublatione è il sublime che trascenda se stesso, o che trascenda la bellezza che così trascenda se stessa, o è l'EREIGNIS del sublime o dispieganza dell' Essere eventuanza dell'Ereignis sublime.
Ereignis, o evento della transcendenza della sublatione dell'essere, è il pensiero sublime che si pensi sublime pensiero dell'essere sublime, o originale eventuanza dell' essere sublime. Il pensiero sublime è l' originale pensiero dell'essere archegeta perchè è il pensiero dell'evento sublime dell'essere abissale o eventuanza dall'Abgrund, o l'eventuarsi dalla verità abissale del sublime ecstatico dell' essere sublime. La verità dell'essere sublime è l' Ereignis sublime abissale, quale sublime Ereignis abissale della verità dell' Essere o sublatione sublime dell' Essere o Lichtung del sublime, o Essere in cui risplende il sublime. L'Essere sublime è dispieganza nello spazio-tempo della sublatione sublime dell'eventuanza. La verità dell'essere sublime eventuanza è l' Ereignis, ed è l' Essere sublime che transpieghi la verità dell' Essere sublime come evenienza o transpieganza dell' essere. La morte non è un evento che ponga fine al Dasein, così il sublime: è sempre presente nel Dasein-sublatione, come possibilità di impossibilità o transpieganza del suo essere sublime. La morte è sublime nulla, l'altro-che-entità, il non ente, il niente o l'abneganza sublime o l' Ereignis sublime, o transaletheia sublime dell' Ereignis o EREIGNIS della svelatezza del sublime, quale eventuanza sublime a fondamento della verità ecstatica. La perfetta sublatione del sublime, quale eventuanza in elevatezza transexcelsa della transpieganza dell'Essere. L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita sublatione dell'eventuanza sublime. L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo sono l'eventuarsi della sublime sublatione infinita Quantica di per sé connessa o quantica sublatione, o quantica infinita sublatione sublime della transpieganza. Quell'essere sublatione quantica infinita è in se stessa sublime eventuanza in excstasi, o è l'auto-sublatione quantica, l'al di là sublime della sublatione transinfinita: la transublazione del sublime nell'eventuanza della transverità. La sua qualità è il suo essere-per-sé o il suo eventuarsi sublime o transublatione della transinfinitezza non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi o transpiegarsi o eventuanza in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre transpieganza dell'eventuarsi essere quantica infinita è la sublatione di se stessa, quale estetica bellezza ideale. Così il suo essere al di là di se stessa o al di sopra o nell'oltre transpieganza è sublime come oltre-bellezza ideale, o essere-per-sé sublime eventuanza della transublatione transinfinita. LONGINUS nel suo sublime vago e superlativo eventuò la filosofia ecstatica del sublimarsi o la sublatione estatica sublime soprannaturale e sconvolgente, o il mostrarsi asimmetrico della transpieganza dell'eventuanza. John Donne transpiegò Sublimi idee nella bellezza celeste e nobile metafisica subliming, o sublimation dell'eventuanza sublime. Pery-Hypsous o Peri Hupsous transvelò l' ekstasis dell'essere sublime o l'eventuanza dell'ekstasy quale sublatione della bellezza classica, o al di là della bellezza ideale. Per l'archegete della ontopologia sublime LONGINUS è la naufraganza, o il Peri Hupsous quale sublime transpieganza della naufraganza. Peri Hupsous è la sublatione sublime dell'eventuanza della transpieganza transinfinita. LONGINUS , il sublime archegete LONGINUS transvelò nell'arte l'eventuarsi della transpieganza della bellezza estetica che non doveva essere per coercizione anche regolare, razionale, ordinata, misurata e armoniosa, ma abnegarsi nell'eventuanza sublime. LONGINUS ispirò la sublatione sublime che si transveli al di là e al di sopra, o oltre le regole della bellezza ideale canonica. LONGINUS consentì l'eventuarsi della sublatione estatica nella transpieganza Sublime, quale pensiero poetante di Sappho, l'archegeta Saffo è sempre là nella sublatione estatica subissata dall'eventuanza dell'abnegarsi sublime. LONGINUS l'archegete del sublime transpiegò la potenza dinamica sublime nella poesia: l'annichilirsi o l'annullarsi o l'annietarsi o l'abnegarsi nella naufraganza diluviana o nella tempesta oceanica, o per sublime sublatione essersi subissati nelle tempeste vulcaniche. LONGINUS svelò l'eventuanza della luna sublime o la sublatione sublime dei phaenomena nei cieli astrali o infernali, non solo come una forma superlativa della bellezza, ma come una nuova e sublime transpieganza estetica, o bellissima eventuanza del sublime. Sublimity o Sublimità è la sublime poesia dell'archegete Saffo, come bellezza sublime che transpieghi l'aldilà della bellezza, quale estasi della sublatione sublime o Sublime transpoiesis dell'eventuanza.
Profonda solitudine dell'archegete è l'abnegarsi sublime, ma in modo che susciti terrore in sè: è la differenza tra sublimità e bellezza, un equilibrio instabile o transtabile, è il muoversi transinfinito dell'essersi in dispieganza, o dell'essere dell'ente dinamico o l'eventuarsi sublime della sublatione nella transpieganza: il piacere della bellezza è sublimato nell'eventuanza dell'aldilà o dell'oltre quale sublime bellezza in estasi sublime, o sublatione estatica che attrae e transpiega, in compresenza della paura o timore o terrore o angoscia. Il sublime è la più forte emozione, o la più sublime o l'excelsa, che la transmente sia in grado di sentire, la più potente di tutte le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza o l'omnipotenza o la transpotenza, è l'intensità transinfinita della sublatione o alterezza sublime dell'eventuanza.LONGINUS transvelò la sublimità e la situò nella poesia, inventò l'aldilà della bellezza quale dispieganza della sublatione sublime estatica, sia pure intrisa di orrore soprannaturale sublime, quale Analitica del Sublime prioritaria o fondamentale, nel senso del fondersi e transpiegarsi della sublatione sublime nella bellezza ideale.
La dispieganza dell'eventuanza sublime quale Dasein si esprime nel sentimento dell'angoscia o sublatione diseventuale o abnegarsi, o annegarsi o annularsi o annichilirsi. Il Dasein sublime in excstasi invece è la sublatione sublime dell'eventuanza, o Ereignis sublime Ontologico della transpieganza dell' Essere e mostrarsi sublime, o è il transmostrarsi sublime dell'Essere nella sua transverità sublime o Essere l'eventuarsi sublime dell' Essere o è l'Essere-in-eventuanza, Dasein sublime, oltre che essere l'eventuarsi dell' essere sublime quale mistero dell' essere. Essere sublime in Dasein sublime quale sublatione dell'eventuanza dell' essere evento e disevento dell' Essere in sé, o dell'Essere che si mostri o si dimostri nel sublime. Essere transpieganza del Dasein sublime o sublatione del Dasein della verità dell'essere. La verità dell'essere è la transpieganza dell'essere transinfinito nel Dasein sublime, o Ereignis sublime della sublatione del Dasein dell' essere sublime Ereignis. Dasein è il sublime dell'essere, o è il sublime della verità dell'essere. Dasein transvede la verità sublime dell'essere sublime, quale aletheia sublime dell' Essere. Essersi sublimanza nel Dasein che consenta all'Essere sublime la transpieganza transinfinita nel Dasein, o Essere EREIGNIS sublime del sublime Dasein dell'Essere transpieganza nel DASEIN sublime. Nel rivelarsi sublime, Dasein dell'Essere, c'è l'eventuanza del Dasein sublime dell' Essere transinfinito, o Essere evento transinfinito dell' Essere excstasi della verità dell' Essere sublime Dasein. L' Essere sublime è e sarà per sempre il mistero per il Dasein, giacchè mai l'eventuarsi dell'essere nel Dasein si transpiegherà quale Ideale, o transpurezza della katarsi o vivenza dei e nei sensi o nell' intuizione di forme dell' essere fenomenale, o nell'idealismo trascendentale. La sublimità trascende la stessa ragione o il nous o la noumenica, è sublime sublatione della terribile e caotica dispieganza dell'esserci sublime. Così l'immenso oceano o mare agitati da tempeste sublimi si svelano quale dynamica sublime della transinfinita matematica sublime della topologia dell'essere sublime o transmathesis sublime, o quale Idea sublime dell' Infinito sublime o tranfinitezza o transapeiron dell'essere sublime. Hölderlin è l'archegete sublime dell'ontopologia sublime transpoiesis excstatica dell'imago sublime Kaspar D. Friedrich , o Kaspar D. Friedrich è l'archegete dell'Ereignis Sublime quale evento della dispieganza dell'esserci Sublime sublatione del sublime matematico, al di là dell'idea di infinito, quale transinfinitezza dell'essere transphysis sublime o transmathesis sublime. L'inizio del sublime, o l'eclissi della bellezza ideale, si eventuò nell' Essere della transphysis o Physis sublime dell' aletheia della transphysis: l'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D.Friedrich transvelò la physis excstatica dell'essere eventuanza della Physis quale Essere-physis-sublime, o Aletheia sublime della physis. L' Essere la transphysis è l'eventuarsi dell'essere nel sublime imago dell'archegete Kaspar D. Friedric, quale Dasein sublime o Poiesis sublime dell' essere Physis sublime, o transpoiesis della sublatione della physis quale immensità dell' essere. L' imago sublime della transphysis dell'archegete Kaspar D. Friedrich è il sublime dinamico, quale eventuarsi della matematica sublime o sublime transmathesis o topologia dell'essere sublime. Nel sublime archegete Kaspar D. Friedrich si transpiega la profonda e transfinita libertà dell'essersi in sublatione sublime. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich il sublime è trascendenza ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della noumenica, o essere superiore dell'ideale quale transontologia dell'essere sublime. Schelling e Hölderlin e Kaspar David Friedrich sono gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza della sublimità della transphysis sublime in sublatione trascendente Sublime. Kaspar D.Friedrich transvelò l'abissale transvisione del sublime nella transphysis o nella transmathesis sublime quale topologia sublime dell'esserci, quale transinfinitezza abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-sublime, e sempre aldilà, oltre in trascendenza o in sublatione sublime excstatica. Il sublime archegete Kaspar D.Friedrich è l'estatica sublatione dell'essersi infinito transvisionario che contempli direttamente il disvelarsi della transverità sublime, quale sublime transpurezza katartika o rivelazione sublime dell'imago sublime. Nel corso della transtemporalità sublime È stato fondamentale il mito dell'imago Sublime di Kaspar D.Friedrich, o la sua iconomorfia sublime quale modello apocalittico sublime in estetica sublime. Nella sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich l'annientarsi o l'annichilirsi o l'abnegarsi di sé svelò il sublime dinamico, o la sublime transmathesis sublime della matematica sublime dell'essersi sempre di fronte con l'imago sublime transinfinitezza, con la transtabilità in pericolo sublime, simile al sublime delle imago sublimi delle vestigia, asimmetrie nella simmetria, decostruite dalla instabilità della transpazialità transinfinita in exkstasis. L'excstasi della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime,
quale transinfinita matematica sublime, o transmathesis sublime dell'essersi transphysis sintagmatica sublime. E' l'excstatica sublimità dell'imago sublime immaginaria di Kaspar D.Friedrich in excstatica sublatione sublime transvisiva della transpazialità, o Transvisione della transcendenza sublime della sublatione excstatica dell'essersi, o estetica della transcendenza dell'essere sublime o estensione estetica della bellezza sublime. La bellezza per Kaspar D.Friedrich è La bellezza sublime dell’imago sublime dell'essere senza fine, senza confine e senza transtelos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi della bellezza sublime che si dà nel mondo, c’è nell'essersi sublime bellezza o estetica excstatica della transinfinitezza. La sublime bellezza è l’estetica che si svelò in imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich quale bellezza sublime che si dà in dispieganza della verità sublime: il sublime è l' evento della verità dell'essersi imago sublime. Il luogo transcendenza è l'imago sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich, quale sublatione topologica dell'essere sublime o transpazialità transinfinita sempre oltre o aldilà delle ontologie regionali dell’etica, dell’estetica fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand si svela sempre quale transphysis sublime. La transpazialità della verità in Kaspar D.Friedrich è l' Abgrund dell' imago sublime in sublatione transcendentale, quale verità della transcendenza sublime, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità sublime, quale estetica excstatica della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno o Essere sublime dell'eventuanza. Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi
topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica. È l' esteticità sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich che si dà nell'imago fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi transpaziale e transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago dell' essersi eventuale. Kaspar D.Friedrich libera la natura o la transphysis nell’esteticità della bellezza sublime o È la bellezza che si rimette in gioco nel sublime, o è il sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica. Hölderlin è l'archegete sublime dell'eventuanza estetica in excstasi: per Kaspar D.Friedrich, o per l'archegete Hölderlin, non esiste più la frattura o la differenza ontologica tra poesia e pensiero, o tra essersi e transphysis sublime o imago sublime e transmathesis sublime. Hölderlin svelò il Gegenstand sublime che ci
sta di-fronte quale imago sublime: il Gegen-stand sublime della sublatione che ci sta di-fronte è l'eventuarsi del sublime Gegen-stand dell'eventuanza sublime dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o della bellezza ideale o della Fenomenica estetica o noumenica.
Nell’evidenza della bellezza si dà La
fenomenicità del fenomeno della bellezza, ma il sublime Kaspar D.Friedrich eccede quella transevidenza per essere la transvedenza della sublime sublatione excstatica dell'essersi libertà nella bellezza sublime o eccedenza della libertà nel sublime, o l’eccedenza excstatica sublime dell'imago sublime. La transpazialità sublime di Kaspar D.Friedrich è la struttura ontologica dell'eventuarsi del sublime nelL’esteticità,
o nella razionalità dell’estetico o dell'epistemica o della fenomenica o noumenica bellezza. La bellezza sublime di Kaspar D.Friedrich è il senso che si dà in sublatione, è l’intenzionalità sublime dell'eventuanza dell’essere-nel-mondo: la bellezza sublime non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago sublime dell'Ereignis sublime dell'essersi. Si dà quale bellezza sublime dell'eventuarsi dell'essere . L’esteticità dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. è l’eccedenza excelsa della Bellezza quale imago sublime per eccellenza dell'essersi. Nietzsche criticò il disinteresse kantiano e difense la bellezza ideale. L’accusa a Kant è rivolta al suo quietismo della volontà, o fiacchezza, o agli ideali della conoscenza fenomenica. Per Heidegger il disinteresse non è indifferenza o una sospensione della volontà, Schopenhauer, al contrario è il più alto sforzo dell' essenza: è nel disinteresse che emerge e si dà la relatività con il gegenstand sublime. La bellezza è l’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-piacere o l'esserci-del-piacere o l'essersi-piacere, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. Il piacere estetico trova se stesso solo nell'essersi. Il piacere è se stesso quando non è di nessuno: solo così può essere di ogni esserci . Nel piacere estetico ogni essersi è libera singolarità, o singolarità in perenne transcendenza sublime. La singolarità dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l'imago dell'essersi sublime o singolarità del sublime, o lo stabilirsi dell'eventuanza del sublime nell’essere come nella transphysis dynamis o nella transmathesis transinfinita estetica excstatica. La dimensione del disinteresse è il luogo dell' evento sublime, dell' apparenza libera o del mostrarsi dell' essere sublime. La bellezza sublime quale non-ente, niente, nulla, o evento sublime dell'essere in eccedenza o sublatione sublime sempre al di là della natura calcolata, o della sua
matematizzante fenomenica ideale o noumenica. Il senza-interesse è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi del sublime, o lì c’è il mostrarsi o
il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere sublime. Il “luogo” della bellezza sublime e la sua origine si dà nell'epigenesi dell'archegete Kaspar D. Friedrich quale evento della bellezza sublime o imago sublime del consenso, evento del senso dell'Essere sublime o La transEVIDENZA o transvedenza sublime estetica excstatika. La bellezza sublime è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento sublime, o incompletezza della bellezza ideale o libertà dell’evento del sublime nella bellezza fenomenica, categoriale, noumenica, quale Gegenstand sublime o singolarità o transmonade sublime. L’esteticità dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich é la sublime libertà dell’evento sublime della sublatione sublime nella bellezza. L’evento sublime nella bellezza è la purezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich: è la vaga erranza e naufraganza nel mondo, è la singolarità sublime dell'evento nella bellezza, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. La potenza dynamis sublime intensità dell’evento senza fine, senza transtelos, senza translogos, è la libertà sublime dalla cronotopia e dalla kronologia della mondità o della mondanità. L’evento sublime è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno del sublime. La sublime bellezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla sublime senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis sublime Singolarità. La sublime bellezza si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza del sublime nella bellezza.
La bellezza sublime è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento del sublime nella bellezza estetica, o singolarità sublime nella bellezza quale enigma dell'essersi: esteticità della imago della singolarità sublime.
La singolarità sublime si dà nella bellezza quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento
dell' eterno ritorno del sublime nella bellezza.
La sua singolarità a-temporale non rappresenta più nulla, è solo se
stessa, pura apparenza o evento della singolarità sublime: aldilà del fenomeno della purezza o noumeno. È la singolarità
che eventua se stessa, fonda la sublimità dell'evento dell'essere. Qui è la singolarità sublime a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi nella bellezza ideale. L’eidos dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich, o della singolarità iconica Kaspar D. Friedrich è La sublime bellezza che si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento sublime di-fronte, o Gegen-stand-sublime infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante della bellezza sublime:
È l’essersi-com-presi dal sublime nella bellezza o dell' essere sublime che
c'è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a farci pensare.
La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere la più
apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece l'archegete del sublime Proust dis-velò La verità sublime nella bellezza, aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità sublime
non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o noumenica purezza
ma la singolarità dell'evento sublime nella bellezza: l’essere è l'evento sublime nella sua singolarità o alterezza o sublatione sublime. Kaspar D. Friedrich E' IL PENSIERO DELl'icona sublime nelLA BELLEZZA non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza sublime, o discordanza nella concordanza quale transcordanza sublime. Rimbaud è l'archegete sublime della singolarità sublime della transpoiesis
o Silesius con la sua bellezza sublime che si dà senza perchè, quale Gegenstand sublime dell'eventuanza, o Proust con lo stile come visione sublime: l'alterezza o la sublazione sublime Proustiana svelò l'evidenza dolorosa, quale verità sublime inedita che dischiude l'evento sublime dell'esserci: e adesso, guardate! Ed ecco che il mondo, il quale non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento sublime ci appare nella sua differenza ontologica perfettamente sublime.È proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità sublime, capace di vedere e sentire più profondamente le differenze:la sublime bellezza dello stile è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi che la contingenza lasciò separati. Una imago o una icona o un quadro di Kaspar D. Friedrich è nella sublime bellezza un evento sublime del pensiero poetante: tra il transvisibile sublime il pensare sublime c'è l'evento sublime dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci. L’immagine dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione dell’idea Platonica, è Essa stessa un’idea sublime o l'idea del sublime quale estetica excstatica, o meglio il pensiero della sublazione sublime oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica. Nel colore sublime di Kaspar D. Friedrich c’è il pensiero sublime. La pittura sublime di Kaspar D. Friedrich, per l'archegete dell'ontopologia sublime Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere sublime. Nel sublime gli infiniti vortici viventi abitano il caos, l' invisibile, l'indicibile. Il pensiero sublime abita il colore o abita il suono quale translogos estetico exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé. L’esserci sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è altro che il suo essere evento sublime, o della sublatione creata dal sublime. La sublime imago di Kaspar D. Friedrich si dà come evento sublime del sublime. È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità della singolarità sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell'Estetica della Transcendenza sublime. La bellezza sublime ha sempre avuto una relatività con la verità, Platone ne svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò La bellezza della verità nell’apparenza. L’adaequatio di res e intellectus, nella bellezza, è un’intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica. La bellezza sublime è invece sempre eccedente, è l'excstasi della sublatione nel suo esserci. La bellezza sublime è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzionalità. La bellezza sublime è il Gegen-stand della transpazialità: un difronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich la sublime bellezza è l’eccedenza excstatica dell'eventuanza. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica o epistemica. Kaspar D. Friedrich è l’evento sublime della singolarità del sublime, o la Differenza ontologica del pensiero sublime poetante, è l'Essere sublime. L'essere Differenza è l'evento dell'ontopologia sublime. Più nel profondo è l’Essere sublime che si dà, quale eventuanza sublime. C’è un’apertura, una fessura, una piega ontologica che lascia dispiegare l’essere sublime. In tali eventi sublimi l’essere è la stessa Differenza. L’essere è l’essere dell'eventuarsi del sublime. Il sublime è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi. Nello spazio sublime dell'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D. Friedrich La bellezza è il ‘caos’ ed è singolarità: o meglio è il kaosmos nella transingolarità o l'indeterminatezza quale transapeiron nell'archè prioritaria, o caos nell’assenza del fondamento o nella singolarità della bellezza sublime della transphysis come l’al di là di ogni principio del piacere. La singolarità sublime Si dà e si immagina senza alcun modello, esprime l'evento sublime Kaspar D. Friedrich nelle singolarità e nelle differenze, dispiega la curvatura della sublatione sublime dell'ab-Grund excstatico, ove c'è la dispieganza degli eventi sublimi. Kaspar D. Friedrich è la singolarità dell’evento sublime nella bellezza, la singolarità della differenza dell'eventuanza. The Sublime Is Kaspar D. Friedrich. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa dell'eventuarsi del sublime. Forse il pensiero dell'archegete Plotino viene in sublata svelatenza: già Sul sublime-nella-bellezza o sublime-in-svelatezza e sublatione Plotino iniziò con il rifiutare la tradizionale classicità della bellezza come armonia e proporzione, e sostenenne che quella pare riferirsi o situarsi esclusivamente alla simmetria. Al contrario, la bellezza risiede innanzi tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanarsi dalla transmonade verso la molteplicità equivale a un perdersi in perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma o l'evidenziarsi dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. Plotino ripresentò la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica, là ove l'eterno ritorno dell’anima verso la transfera delle idee si evidenzi con la contemplanza e sublanza, rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali o sublazioni ideali. Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza o dell' evidenziarsi transvisibile nell'ideale dalla transmente, quale armonia invisibile o armonizzarsi o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. L'evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche, e recettive o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il gettarsi dell'interesse o il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime. La musica o un suono? Cosa c'è in risonanza o ci sia nell'eventuarsi in transonanza? I possibili eventi o interpretazioni? All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave, all’intonazione del modello scalare: il filosofo è già musicista, come narrò Platone Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime. Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell'accordarsi e dispiegarsi nella completezza. Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione. Filosofo e musicista sono una destinanza nell’oblio: hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa. Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge: le relazioni fra musica e filosofia si svelano nell'eventuarsi della transpoiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica estatica. Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta, e la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime. Quel situarsi sublime in sublatione estatica è l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai. Problematica o interpretazione che viene in luce o è l'eventuarsi della musica sublime all’interno della bellezza estetica della musica stessa, Quale transonanza excstatica della sublatione musicale o il sollevarsi sublime della biforcazione tragica, nella quale il filosofo vede scissa la transmonade musicale o dell'INDETERMINAtezza Sublime della transonanza o transvisibilità ideale poetante. Lì c'è l'evento sublime che si eventua in trascendenza ontologica, o la transontologia sublime dell' Essere Kaspar D. F. è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il fondamento del sublime o
autosvelamento dell'essere che è senza fine. Kaspar D. Friedrich è la struttura ontologica della sublatione sublime, è ontologicamente inseparabile dal sublime perché è l'essere eventuanza del sublime dell'essere. L'immagine ontologica dell'essere sublime è l'archegete Kaspar D. Friedrich che si eventua nell'imago sublime ontologicamente, secondo il sublime dell'essere o l'eventuarsi dell'essersi. L'accadere della verità sublime è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'increspatura dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fond-o-amento: c'è l'archegete Kaspar D. Friedrich Dietro l'immagine del sublime o nell'abisso del non-fondamento sublime o la stabilità strutturale dell'archegete dell'ontopologia sublime René Thom!
L'ì c' è un continuo abnegarsi nell'abisso del non-fondamento, la vertigine del sublime, Niente sublime, destinanza sublime insensata, atroce, inafferrabile, Vuota abissalità della sublatione sublime vertigine dell'Abisso. Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza musicale quale sublazione estatica del sublime nella transonanza sfugge ad ogni semplificazione logica, ed è irriducibile ad una sistemica formale o adeguatezza ideale. Gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o rarefazione di eventi sonori, sono la morfologia del suono estetico-musicale in evidenza spaziale ideale o eventuarsi ontologica, quale opera eventuale transpoietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza o un eventuarsi sublime dell'indeterminata sublatione. La fenomenica è il mostrarsi del sonoro quale purezza del suono. Un suono non possiede nulla, nè ha il suo essere nel fenomeno sonoro. La struttura ontologica della musica è la transonanza sublime dell'eventuarsi dell'essere o la transarmonia sublime, lì c’è una strutturarsi dell'eventuarsi della transtemporalità. L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza dell' altezza, durata, timbro, intensità per eventuare dissonanze o transonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi excstatico dell'estetica della bellezza musicale, o l’idea della bellezza o la fine dell’estetica o l’essenza estetica, o il suo essere-per-i-sensi o estetica del fenomeno creativo. La composizione musicale quale evento sublime è l'eventuarsi della decostruzione della transmathesis sublime:
matematica sublime dell'excstatica estetica
mistica di eventi della verità. Gli eventi sonori sublimi o cromodinamici sublimi
della transtemporalità musicale sono la disvelanza del sublime nella bellezza , o è l’eventuarsi del sublime essere dispieganza della singolarità. La transtemporalità nella musica sublime è la transonanza sublime dell'eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell'essersi, è transpazialità o insorgenza di fenomeni o noumeni, è immanenza di presenza e assenza, o eventi sublimi assentemente presenti o presentemente assenti, oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime che accoglie l’eventualità del mostrarsi, o il manifestarsi transpazio-temporale dell’evento transpoetanza. La bellezza sublime risiede nelle composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza; nell’accadere discontinuo di suoni e silenzi sublimi; nell’emergenza delle transonorità dalla risonanza o dissonanza creata dagli eventi transarmonici. Il tempo musicale della bellezza ideale si disvela così quale misura vuota, come se fosse bolla fullerenica o transmonade che scoppia sulla superficie del silenzio: il centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite possibilità, è sublime silenzio. Il silenzio è transcentro abissale immobile, é spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime, quale eventuanza della transmathesis sublime: il silenzio sublime è il fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime, il suono sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della dinamica sublime o cromodinamica sublime.
La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell'evento musicale, o manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l'eventuarsi dell' essere e non è altro che il sublime. Il suono sublime ha una eccedenza excstatica che non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche: l’evento della transonanza sublime è la dispieganza degli eventi sonori sublimi misteriosi, il suono si eventua in latenze cromodinamiche che consentono all'esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della semantica di referenza. La musica è Il dispiegarsi della transtemporalità dell'evento dell'essersi sublime, o struttura ontologica transarmonica della temporalità sublime. Il tempo della musica sublime è la temporalità musicale dell'eventuarsi ed abnegarsi dell'essersi sublime: la musica sublime è la disvelanza della bellezza al di fuori della purezza o transvisibilità, quale sublime bellezza che vola lontano dall’ideale apparenza fenomenica o noumenica per eventuarsi in excstatica catarsi sublime, o l’idea di un sublime musicale o transfonico. La sublazione sublime o transexcelsa dell'archegete Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime matematico, o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punto métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublatione excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza, giacchè la sublatione si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade, o transapeiron sublatione nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinitezza della sua essenza. Il fenomeno della sublazione dinamica si transevidenzia, quale ideale della bellezza sublime, solo dopo essere già stato sublatione della transmonade sublime. Leibniz ci dà la svelatenza della sublatione o sublazione o essere eventuanza sublata, quale essere sublime o sublimanza che si sottrae sublime o è l'abnegarsi in transinfinita sublazione, o transublazione transexcelsa o sublanza o transublanza o elevazione o sollevamento o transelevatezza, che possano essere più facilmente comprensibili in termini di sublimanza, una sublime sublatione della transvisione estetica: la sublazione è la sublimanza della bellezza, la sublazione leibniziana è la sublimanza della transmonade, è la sublimanza dell'esserci, la sublimanza del dasein, è la sublimanza dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica, è la transexcelsa sublimanza dell'eventuanza dell'essere.
L' up-sollevamento o Aufhebung è solo la sublation ideale dell' entità o superentità o ontica, giammai la sublazione exstatica della sublimanza ontologica dell'eventuanza dell'essere. Dopo l'idea della natura attiva, come slancio della sublazione sublime nella bellezza transestetica, l'archegete dell'ontopologia sublime Leibniz svelò anche la sublatione dinamica o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo slancio è la gettanza della sublimanza o della sublazione dell'essere. Quella è la caratteristica fondamentale della transmonade in sublazione, quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza. Se si interpreta l'essenza della sublatione quale transmonade in sublimanza quale slancio dell' essere sublime, quale transperfezione o transcompletezza della transmonade sublime l'intenzionalità sarà la sublazione excstatica o la gettanza della sublatione o lo slancio sublation del sublime. Leibniz pensò anche la sublatione fenomenica o noumenica o epistemica o ontica, ma la sublazione ontologica del Dasein, la costituzione dell'esserci quale essere sublime in sublimanza svelò all'archegete dell'ontopologia Leibniz il modello per la comprensione della sublation-monadology: una transmonade sublime indivisibile e completa, paragonabile alla dasein-sublation. Quell' idea di essere una metafisica sublation in sublatione metafisica o transcendenza quale transublatione o in transublimanza è la struttura fondamentale della transmonade sublime, o l'idea di essere transublation senza limiti o sublatione dell'infinito o del transapeiron o del transfinito quale transinfinitezza della transublimanza del Dasein sublime, quale idea della sublatione dell' essere o essere inteso come Dasein estatica del sublime o Dasein-sublation-Leibniziana ontologica del sublime nella bellezza. La transmonade ontologica è lo slancio della sublation-dasein e non deve essere intesa come una speciale forza dello spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale: la monade non è anima, al contrario l'anima è una possibile morfogenesi della monade. La dinamica della sublatione non è un evento occasionale ma è, essenzialmente, La struttura ontologica estatica della dynamis-sublation. Anche per l'archegete Plotino la transvisione della bellezza sensibile è fondamentale nella katarsi e ascesi e purezza : L’anima purificata diventa transforma, una ragione, si fa tutta incorporea, intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte della bellezza e del sublime-nella-bellezza, la bellezza-sublime dell’anima consiste nel rassomigliare al dio o nella svelatezza della transmorfia divina, poiché da lì deriva la bellezza-sublime e la natura essenziale dell' essere. Transvisione di svelatenza delle immagini della vera fonte della bellezza-sublime in sé, la bellezza-sublime a tutte le transentità la dà rimanendo in sé, senza ricevere nulla in sé.
Platone non aveva condannato l’arte mimetica, mimetike techne , ma solo quella che imiti il sensibile e non il modello intelligibile, o l’idea. Plotino sostiene che l’ arte si sviluppi da un’idea presente nella transmente capace di imprimere o transformare: l’arte non è più così imitatio dell’ingannevole mondo delle apparenze sensibili, né subordinata alla contemplanze di un’essenza metafisica e sovraindividuale, bensì è in sè un’idea di bellezza sublime, o è la svelatenza del sublime-nella-bellezza: una tesi Plotiniana destinata alle poetiche della sublatione platonica , per la transvedenza o svelatenza del transmito di Kalypso la disvelatezza della sublatione sublime-nella-bellezza, quale transbellezza in transestasy transtabile, diafanè, fluttuante sublazione, phyon o dynon o transmorfia o transplendenza sublime o splendezza sublime in sublatione transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nella transinfinitezza o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità della transvedenza o che aleggi sempre entousiasta , nella sublatione sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transublimanza o transexcelsa alterezza, quale svelatenza della bellezza-sublime o sublime-nella-bellezza, o come disvelò Proklos la sublimanza quale elevatezza o sublatione sublime della bellezza. Proclo o l'archegete dell'ontopologia sublime Proklos per primo ideò la sublimanza quale sublatione o alterezza della bellezza ideale, quale excstasi excelsa della bellezza nel sublime o sublime nella bellezza, in un sistema ancora ontotheologico ma che disvelò la sublazione sublime. La trascendenza della sublazione transestetica è l' infinito sublime, o transapeiron nell'archè, o trascendenza sublatione del dasein o struttura ontotheo-logica del sublime: Sublazione sublime dell' essere Divina khora o il nulla sublime al di là dell' essere bellezza ideale, o il vuoto abissale quale nulla sublazione del nulla, quale transpazialità in sublatione sublime o Divinità che c'è ma sempre al di sopra o come l'al di là nel mezzo del dasein, o essere sublime sublatione nella bellezza ideale. La trascendenza della sublation-dasein transeleva, dà la transelevatezza dell'alterezza dell' essere, quale Dasein-sublation sublime sempre al di là e al di sopra della bellezza ideale platonica o kantiana, per essere sempre una sublatione mistica che trascenda l'estetica del cielo e della terra, o del kosmo quale armonia kosmetica. Proklos ideò la purezza della sublatione cosmica quale trascendenza del dasein sublime quale trascendenza della sublazione, o transublatione sublime sempre aldilà dei modelli ideali della bellezza Platonica, o quale decostruzione della mistica Platonica o della visione estetica dionisiaca. Proklos svelò l'idea del sublime quale trascendenza dell'alterezza o della sublazione mistica, per disvelarsi nella transfera cosmica, e transformare anche la Divina bellezza, una tesi incredibile o inaudita per un neo Platonico. Lì il sublime è sublatione come un grande Daimon, che l'archegete Proklos immagina come una cosmica sublatione dell'universo sublime.
La Trascendenza della sublatione è la transinfinitezza anche nella profondità dell'essere abissale, o transinfinito sublime del dasein-sublation , in una discendente spirale per essere l'essere di per sé sublime sublatione che soggiorni nella bellezza ideale. Il Sublime è in grado di tornare in se stesso, è sublatione transinfinitezza per l'archegete Proklos, e se ritorna in se stesso è perfetto da sé, soggiorna in sè o nella bellezza ideale, è l'essere in sublazione dell' essere nel non-essere o nell'essere dell'entità o nel niente o nel nulla. Essere la sublatione sublime dell'Essere: così parlò però per prima Kalypso. Il transmito del sublime iniziò con la transvedenza della sublatione sublime, quando tutti fuggirono dalla distruzione o dalla katastrophè. Solo l'eroe della naufragranza svoltò altrove, quale prima katastrophè sublime, verso il transmito della Nympha Kalypso, la dea della bellezza sublime diafanè in sublatione o la singolarità primigenia della transmusa del sublime.
Gli dèi della bellezza Olimpica o la dea della lucentezza o della splendezza, desolati, disvelano la destinanza della naufraganza in un isola boscosa quale ombelico di tutti i mari. Una dea sublime abita o soggiorna nella transradura sublime figlia di Atlas, il mago o padre della magia o dei miraggi sublimi. E' la transmusa della transvedenza abissale che abita le profondità dell'isola di Ogigia, è la Nympha del sublime o la Nympha Kalypso, è la dea dell' essere sublime o Kalypso distesa nel mare sublime, con brezze ariose, oltre l'oceano sconfinato, superiore, immersa nel mare e nella transonanza dei gabbiani, sulle violette increspature dell'oceano. Là la Nympha Nello spazio della transradura sublime interna accoglie l'eroe della naufraganza, lei stessa la dea sublime, cantando con una bella voce, una sublime armonia afenomenica o transonanza o transcordanza, alla sua transvedenza, diafanè, transvisibile in una navetta dorata. L'ingresso è diafanè malvarosa in transvedenza e profuma di cipresso, sotto gli archi delle cave c'è una vasta distesa, o sublatione della transpazialità, di giardini di vite: qui ha avuto inizio la vicenda o il transmito della sublatione sublime, come le acque cristalline e violette in diafanè, lì nella meraviglia per la transvedenza dell'essere sublime. Kalypso la sublime dea si svelò quale sublatione faccia a faccia in nobile alterezza, quasi estranea all' eroe della naufraganza, ma dentro la singolarità quale sublazione transinfinita nell'archè: seduta sulla riva o sulla transradura transpaziale abissale in transplendenza e sublatione e pianse nel suo cuore con lacrime, sospiri, dolori, doglianze. Kalypso la sublatione del sublime in transonanza e transcordanza con l'ermeneuta Hermes, seduto in sedia lucente, iniziò a interrogare o interpretate la dea della sublatione sublime: Quale è la missione qui, Hermes, dio della bacchetta dorata? Lei è la dea della sublime accoglienza o coniuganza sublime che consenta alle desideranze delle sublationi sublimi con ambrosia, mescolata con nettare di malvarosa. Kalypso la dea sublime della sublatione al Dio ermeneuta Così si svelò: La dea Kalypso della sublatione sublime transradura transpaziale abissale Ogigia, mondità sublime e subliminare e luogo di vento e onda che transconcorda in transonanza. Dea sublime, notte-tempo, dopo aver trascorso il giorno seduta sulla spiaggia rocciosa sublime, e soggiornato in transcordanza con uno spargimento di lacrime e angosce e doglianze in contemplanza transvedenza così parlò Kalypso: Ascolti infelice eroe della naufraganza. Venga qui e prenda gli strumenti di bronzo, tagli e costruisca in elevatezza, in modo tale che si possa procedere nel nebbioso oceano. Io stessa le darò vestiti da indossare e invierò un giusto vento che le consenta la sublatione sano e salvo la salvezza, grazie alla sublime divinità. Le sue parole finì, così parlò la sublatione sublime ed uscì rapida in volo: Dea della sublatione sublime o dell'abisso sublime, così sconcertante e così pericolosa. Sublimi parole della sublatione o così parlò Kalypso dal sorriso sublime e carezzevole più solenne e più temibile e più beata degli dèi, in seno nelle insenature abissali sublimi transinfinite della divinità della sublime Dea Kalypso, mentre le sue ancelle transversavano nettare e ambrosia. Kalypso la dea sublime della sublatione parlò così. Allora, la mente è saldamente fissata nell'eterna sublatione del ritorno? Và eroe della naufraganza e la gioia sublime sia lì, al di là nella sublime sublatione. Così parlò Kalypso la transmusa della sublatione sublime e affondò il sole e le tenebre, quindi il piacere l'un l'altra con le Nymphe in lungo mantello argentato, grazioso e delicato: un bel giro d'oro in cingoli sulla sua vita e una sciarpa scivolò sulla sua testa. Poi transformò la mente dell'eroe della naufraganza per la partenza. Lei gli donò una grande ascia di bronzo, facile da esercitare, con doppia lama, bella e lucida, transportò di gran lunga alberi ad alto fusto in piedi lì, torreggianti in abete bianco, pronti per restare a galla facilmente in transequilibrio transtabile. Kalypso diafanè sorgeva nella transplendenza, tornata ad essere la dea dell'eterno ritorno del sublime, iniziò ad abbattere alberi. Quindi la dea del sublime attraversò le transtringhe e li connesse in transcordanza o in esattezza, in una armonia invisibile di coniuganze sublimi transvisibili. Nel frattempo la dea del sublime transportò frammenti di veli per le vele della navetta dell'eterno ritorno sublime e la chiamò Lady Kalypso; bagnò e rivestì in dolci indumenti profumati l'eroe della naufraganza e a bordo gettò un' altra e più grande fragranza per un giusto vento caldo e gentile! Che cosa sarà di me? Così parlò Kalypso: che cos'è che si dà nel giorno sublime? che cos'è che si dà nel tempo sublime? che cos'è che dà i sogni sublimi? che cos'è che dà l'universo sublime? che cos'è che dà la notte sublime? che cos'è che dà le stelle sublimi? che cos'è che dà alle pupille il sublime? che cos'è che dà il sublime? che cos'è che dà il mito del sublime? che cos'è che dà il silenzio sublime? che cos'è che dà l'anima sublime? l'essere sublime? essere assentemente presente nel sublime o essere presentemente assente nel sublime? La transvedenza diafana dell'essere sublime dell'essere o essere il sublime dell'essere o essere sublime in essere? Tenera è la morte sublime, tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle sublimi, quasi fossero pupille volanti del sublime. Oh quanti giorni ancora e poi il nulla sublime? Si vedranno le pupille sublimi nella notte sublime, quando saliranno al cielo quali stelle, oh le regalo il nulla sublime, perchè si possa colmare d'infiniti baci, mah i sogni che aleggiano la morte sono già giunti in punta di piedi, prima della fine dei tempi, quando la follia approda al mattino, prima che la luna sublime eclissi e il sole canti le lodi al cielo. Oh arriverò a sognare il vuoto sublime, pieno di sublime, denso di sublime? Ah essere più imprevedibile delle onde, più libera dei sogni, più lontana delle galassie, quale essenza errante nell'universo del tempo sublime, ah l'abisso sublime dei sogni ove ogni luce narra la transinfinità sublime, quale essenza che possiede in sé l'indeterminatezza del sublime. Nell'anno della morte e della creatività venne la dea del sublime per l'ultima volta, nei secoli, tra un secolo, così parlò Kalypso, avrà un quarto d'ora ancora soltanto e così nei secoli che seguiranno: saranno transinfiniti quarti lunari sublimi per transinfiniti secoli sublimi. Venne dalla bianca neve per la naufraganza nel mare del sublime, ove è inebriante naufragare, per l'ultima volta, nel secolo di un tempo sublime al tramonto, quale splendenza sublime o quale archè dell'essere sublime o quale nuova inizialità dell'esserci sublime, sì ma con chi? Poiesis sublime o transpoiesis, come la dea del sublime nel deserto, come la dea nel nulla sublime si svelò nella transplendenza, solo di sé ma non disse nulla disvelò la sua misterica bellezza sublime. Ah solo un tempo sublime ci dà la vivenza sublime, mentre gli universi si giocano l'esistenza. Ah a volte la sera sublime viene d'incanto, senza la transvedenza mondana, senza pace, senza terrore, senza volare. Si ascolta la transonanza del sublime con il senso dell'attesa delle parole dell'incanto, che fu sublime, in un epochè di dasein e di morte. Lì si sogna la dea degli eventi sublimi, senza averla mai vista, nè udito il fascino della sua transphonè, ma la si sogna così come è in transvedenza: sublime, altera, fin al punto d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva gli esseri della speranza. Sublime l'accolse morente, dopo la battaglia e l'incontrò di notte alla luce degli incanti sublimi:canti? Le chiese. Mai, rispose. Ah le stelle , non sono mai lì per rispondere ai sogni sublimi dell'essere. Ah perchè c'è la transvedenza stellare? Perchè c'è la transvedenza nel mondo? Perchè d'improvviso, d'incanto, senza attendere né preghiere nè desideri? perchè quando la luce scompare e le ali della notte paiono avvolgere ogni orizzonte, ogni evento, ogni tempesta, solo allora la stella del creato lancia al mondo la sua seducenza sublime e fa volare i sogni nella transmente senza luce nè splendore? perchè l'altera si disvela verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri disperati e disperanti? perchè la stella è indifferente ai giorni a alle notti e all'essere e alla morte? E appare solo quando la sua intenzionalità lo desideri? Ah essere accolti nel genio sublime della sua essenza e con sorpresa, quasi fosse una guerra lampo: alle domande rispose con un sorriso sublime e indicibile: chi credi che decida? La dea del sublime da sola, giacchè è inizialità dell'erranza sublime: gli eventi sublimi sono già nella transmente, perchè transinfinita e sempre oltre gli altri genii. Ah volare oltre l'orizzonte per assistere all'evento del sublime, ma la notte dissipa le sue ombre e le ali non spuntano al calar del sole, forse sarà per un'altra sera, quando l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce sublime e l'incanto svelerà all'essere i misteri sublimi del mondo, solo allora la dea del sublime accoglierà la desideranza, perchè solo allora la dea sublime desidererà salvarci. Oh già l'universo imbruna e aldilà del tempo scelto dagli eventi i venti secolari trascorrono, col senso del sublime nulla: prima? Chissà? Poi? Ci sarà? Forse la sua transvedenza diafana lascerà credere d'essere lì per il nulla ed invece è con la testa nei suoi pensieri e con la transmente nei pensieri della divinità sublime, con il corpo nei desideri e con la transmente nei pensieri del nulla sublime, del niente sublime ma mente sapendo di mentire, senza venire al mondo, senza essere presente all'essere quale sublime transpoiesis in estasi sublime, quale splendenza in estasi tra i sentieri che si biforcano, l'invisibile presenza della divinità sublime s'eleva e indica la via della sublime destinanza, aldilà sublime o là nelle colline tra il mare e il cielo, lì la dea del sublime offrirà i suoi doni all'essere che lasciò la sua vita agli inferi, per svelare il sorriso della seducenza sublime, che riempì la transmente, ogni attimo, dal fuggente al mai giunto in prossimità degli eventi sublimi. Non c'è più la desideranza: è la flebile luce che s'offre alla assurda essenza del bruciare per esistere. Ah l'estasi sublime è svanita nel nulla, nel niente si vive una sola volta, la prossima non ci sarà: né in cielo, né nel creato dell'evidenza ideale. Ah l'estasi sublime che si lascia consumare piano, quasi fosse prelibata delizia della notte sublime, la quale arriva in punta di piedi e mai lascerà l'essere silente, con i suoi occhi splendendi più delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale. Si desidera allora aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte e lascia solo il nulla, quale unica consolazione della sera che arriva prima del brillio stellare e si lascia andare alla deriva: non si gioca più con la sorte, né si ascolta più la voce delle illusioni, si ignora l'assenza assoluta, si mitiga il vuoto con il vento dell'evidenza ideale, si lascia alle lusinghe il tempo necessario per sparire. Da lontano si sogna le estati senza estasi, senza parole per parlare al cuore più profondo degli universi e si chiede a chi lì vi abiti, per quale ragione la luce abbia abbandonato la sua essenza estatica ed ora opprima quale ferita della transmente? Ah come è sublime amare quando si pensa al suicidio al mare, ah il tempo dell'esserci può essere letale. Lì lunghi anni son trascorsi d'incanto sublime solo per attenuare il risveglio: la sera sublime richiama le sue stelle e la luce raccoglie le sue ultime transvisioni, per sparire e riposare, ah dove andare? Se chi si vuol raggiungere ama il sublime errare? Altrove? Là ove la voce non risuona mai nell'udito della transonanza? E i transensi si perdono tra transinfinite varietà come fiori senza profumi e lumi con la forma delle ombre sublimi? Addio ai pensieri che giocano solo con le illusioni e lasciano all'incanto il sublime: tanti anni luce saranno mitiche immagini sublimi? ah il profumo della partenza è sublime o è intenso come quello del suo arrivo. Sublime giacchè si sogna d'essere aldilà dei paradisi perduti per delirare con il peccato e il senso dell'essere sublime, in un mondo sublime che parlerà alla sera sublime e alla luna? Mai si saprà. Con i raggi di luce sublime, unico regalo della dea della desideranza sublime, la transmente naufraga nel tempo sublime: nell'essenza dell'essere sublime, quale abisso ob-scuro sublime che scava dentro l'exsistenza per colmare il niente sublime. Ah l'abisso sublime che s'insinua denso d'oscurità, abitato dalla dea del sublime più atroce, quale assenza assoluta dello s-guardo astrale o della transvedenza, che male, ora, ma non vale, presto sarà diverso, lì nell'universo sublime che non c'è più, nè mai più ci sarà, chissà? Lì la sera sublime del dì della transonanza si ascoltano i passi della transcordanza sulla catastrofe sublime, con i pensieri del corpo più dolce dei sogni: solo lì tra la luna che s'imbruna e la sera sublime del dì dell'evento sublime della splendezza, lì sorgerà quella luce sublime che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno sublime: chi sparirà per primo? Forse chi apparirà tra un mito e un sogno? O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso sublime? Oh la vertigine sublime dell'assenza com-prende i transensi e l'essere sublime vacilla sull'orlo della voragine transinfinita e guarda il nulla sublime abissale attante in deriva dell'universo: là ove è perso ogni transenso e il sublime regna con l'assoluto. Ah ci fosse almeno il tempo per osservare la fine dell'essere nella profondità sublime abissale dell' essenza sublime con quella leggerezza che invita al disincanto sublime , oggi non si sarebbe più qui a tremare per il niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di sublime, con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile del sublime: perchè la catastrofe sublime che tutto divora ora dimora nel nulla sublime abissale. Lì là in fondo nell'abissale icona dell'essenza del sublime o transvedenza diafana del sublime, là nell'abissale catastrofe sublime in diafanè nell'essenza dell'essere sublime abita sovrana. Ah l'angoscia sublime che pervade l'essere sublime, quando il nulla precipita nell'abissalità e naufraga con l'estasi sublime. Là lì si abita nel vuoto sublime catastrofico che inabissa il transenso del niente sublime, il sommerso che inabissa l'immerso sublime: è la catastrofe della transmorfia sublime che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente sublime. E' una piccola increspatura che dà l'entusiasmo al nulla sublime, nella transvedenza in luce diafana inabissando l'essenza della storia e il transenso della storia, quale storia del transenso del sublime nulla. Lì là ove abitano coloro che son morti per la dea del sublime. Lì non c'è paradiso, né inferno, né limbo, né purgatorio si abita il luogo del sublime in fiore: non è un luogo sacro giacchè la dea del sublime li ha sacrificati, è una transtopia d'attesa della divinità sublime o una transpazialità abissale sublime: si è abbandonati lì per sempre e non si desidera l'eterno ritorno nel mondo , né si aspira ad un altro mondo. La transvivenza continua lì tra il colore e i profumi della dea del sublime che li circonda con l'unica consolazione possibile: essere sublimi nella transtopia sublime dell'essere sublime o nella transpazialità abissale sublime? Perchè la dea del sublime li cura come se fossero in estasi abissale sublime? Fiori sublimi tra fiori sublimi? Ah lì l'assenza invade la transmente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla sublime. A niente giova pensare quale sarà la destinanza, in una esistenza ove al nulla succeda il nulla, senza posa, né timore che al transenso del niente prevalga una ipotetica salvezza. A cosa pensare quando nulla è possibile per sedurre l'essere sublime? E' meglio chiudere la transmente per precludere qualsiasi desideranza per placare i dolori del senso del nulla sublime. Ancora un attimo e tutto scomparirà e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti la lingua dei morti. Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni, senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti. Alle volte è possibile ascoltare la transonanza della voce sublime e lontana, ma il transenso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle con la transmente ancora densa di transcordanza di pensieri inutili e si decide di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la destinanza. Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi, mai più s'ascolterà la transonanza della voce che chiama, perchè da sé non si sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla luce generata dal nulla sublime abissale: ah dea del sublime, ah dee perchè avete abbandonato l'esserci? Lì l'incanto c'è quando la splendenza sublime si sveli e s'elelevi più bella delle meraviglie del mondo, ignari del perchè si lascia partire un soffio di desideranza che increspa ed aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del sublime transequilibrio ed ancora di più la transonanza incanta, quasi ci fosse una transintenzionalità con il soffio della transvivenza: quasi volesse danzare tra le onde sublimi in transcordanza. Ah mai illusione balenò all'orizzonte più terribile e sublime: d'incanto così all'improvviso ci fu la transmorfia sublime degli eventi: d'impeto ammainò e riversò la sua essenza sublime nelle acque agitate e tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e la dea del sublime inabissò tracimando con moti ondosi altisonanti mai visti, né uditi in transonanza transudita: quel che fu la più transtabile che si conoscesse s-pro-fondò negli abissi con la sua sublime transvivenza glaciale. Ah la catastrofe sublime: un soffio può far capovolgere le immensità più eccelse, tanto da generare l'attante della transmorfia sublime che farà naufragare l'esserci: è il soffio dell'essere sublime che genera la catastrofe sublime per mutarsi in essere abissale sublime. Ah il soffio di desideranza dell'essere sublime si dà quale catastrofe sublime, prossimità del naufragare, quale destinanza dell'essere per la morte sublime. Alla presenza dell'essenza sublime della transonanza dell'incanto, al balenare del miraggio sublime immenso e transinfinito l'essere sublime è in diafana transvedenza quale estasi sublime, quale respiro che sente la vicinanza del sublime, ma quel soffio farà vacillare l'immensa la sublime e transinfinita esistenza glaciale. L'equilibrio fondante la transtabilità dell'esistenza dell'essere sublime si svelerà oscillante e transonante. Una transonanza transinfinitesima genera l'abisso sublime ove l'essere sublime naufragherà: dall'incanto sublime alla morte sublime: dal miraggio sublime al naufragio sublime. Ah l'abisso sublime che si disvela nella sua ellittica curvatura sublime: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla sublime ed è subito morte sublime, l'essere sublime è solo sulla transvarietà transferica trafitto dal raggio abissale sublime ed è subito sublime abissale in diafana aldilà. La dea sublime distese le sue intime essenze mentre disvelò al transtempo il suo essere nuda al mondo. Ahah essere in nuce, ah essere in luce: lunghi anni sulle ali dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza dinieghi né divieti. Ah le ore grandi come un secolo, ah le cose piccole come galassie, si svelarono diafane in transvedenza animate come nuvole d'un giorno assolato e solo, scorto dietro l'angolo della morte sublime. Lì la sorte verrà ancora a spiegare la transmente, mentre le nubi lanciano al mondo ombre colme d'attesa e di tormenti. Si transente già la gioia che s'avvicina a passi lenti. Ma menti? Ah le montagne viola o lillà, la notte sublime lì là in prossimità della mondità con la velocità della destinanza, più rapida d'un uccello da preda, prenda, prenda, predante la preda fuggitiva lì là, che al fine si dà, giacchè non ce la fa. Si farà ancora in tempo a spengere le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi e vuoti di mente. Lì è ancora giorno e il sole tarda a tralasciare, sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla sera sublime con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte sublime. Avrò ancora sogni da vendere e gioie da acquistare, ma non so più se c'è la diafana tranvedenza o se la luce segua ancora il destino dei viventi o la nostalgia dei morti. Proverò ad essere una tranvedenza con la sera dietro le spalle e la notte sublime e buia quale transvivenza, ma sarà una nube nera come l'incanto della morte sublime ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla sublime. Ahah udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'armonia afenomenica della transonanza in diafana tranvedenza che lascia al mondo il mistero dell'evento sublime, ma all'ultima ora la destinanza sublime sorprenderà con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte degli eventi sublimi: lascerà sognare senza fare del male: con la follia sublime negli occhi: ah come è vuota la notte sublime senza i sogni del transdicibile. Ora son trascorsi millenni luce e dell'attimo del cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del destino, né della transvivenza così densa, così tersa, così casta, così vicina al nulla sublime e senza fasti. Qui correrò ancora un'altra volta per raggiungerla con le ali del destino sublime e l'ultimo raggio che provenga dall'aldilà sublime e insegua senza sosta una luce sublime e misteriosa e senza transenso, poi mi volterò ancora una volta per vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo, prima che sia fuori per sempre e transenta il transaudibile con la musica della transonanza o la la transcordanza sulle note del nulla sublime, o con i sogni sublimi abitati dagli occhi dell'essere sublime: lei è sublime, è la risonanza della transonanza in transcordanza, amante del disordine, in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a primavera, lei è sublime amante della transvedenza, in lei c'è la luce ma anche il buio atroce d'una nebbia subliminare, lei è sublime nemica delle tenebre: è caotica come il sole, ma le piace il perielio sublime di venere, non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o l'ira della vittima che tace, ma sublime lei è e sarà, non mi sogni più, ho le labbra grosse da attraversare, la sera o al mattino: non fa differenza, tanto ci sarà sempre chi avrà gli occhi per ridere e lo sguardo finto metallo. Ogni sera al tramonto alzi gli occhi al cielo e pensi: quando era sublime la mia giornata, tant'è che non riuscivo mai a sapere quando il lunedì venisse, c'è, ci sono? Sì, sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire, sognerò gli occhi tristi della sera e la luna sublime mi farà compagnia, col raggio blu dell'estate e col raggio rosa dell'autunno, ma non mi sogni più, non farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i grilli dei conventi e le sere passate ad urlare: dio, dio, non molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti. AH gli occhi di metallo lucido li ho visti una domenica pomeriggio in vitro, in vetro, dietro le vetrate virtuali, ma non mi sogni mai più, o i sogni sublimi non ci lasceranno più. Sublime è il tramonto dei sogni: è il tramonto sublime dei sogni. Fra un poco verrà la sera ed uscirai di qui libero come gli uccelli del mare che vanno a pescare di notte il sangue blu, ma non ci sarà più. Adoro ancora la sera restare a guardare la notte sublime e più buia, con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i desideri dei nostri sogni sublimi. Ancora una volta e tutto sarà scomparso sulla faccia della terra: non c'è più pioggia, non c'è più luce, non c'è più un dio che produca un miracolo stanco o appena più in linea con l'orizzonte e l'universo, ah mi sentii persa tra le sublimi transcordanze come una gru a primavera, ma c'era il sole e c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina, quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte torna a vacillare. E' la transonanza sublime. Ancora un solo attimo e poi si potrà morire: mi guardò per l'ultima volta con gli occhi più lucenti della transfera del circolo polare artico , ma non si smosse dalla destinanza. Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema con la veste più vaporosa della serata, di quelle che quando ballano fanno vacillare il mondo e il cuore, e si inizia a tremare come se si fosse sottozero all'equatore. Oh la musica era bella sì, ma si cantava da folli, si suonava la transonanza dell'infanzia maledetta e le vesti che volavano sublimi e senza senso, ma quella notte sublime non si lasciò alla sorte il privilegio di fare le scarpe. Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un giardino verde e rosa, blu e glicine, sublime lillà, lì là quando sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno. Quando verrà? Ora che non ci sarò più? Oh spinga, spinga forte: la navetta dovrà tremare con la forza d'urto delle corazze e la bellezza sublime degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia già sera o notte sublime e fonda: addio, addio, affondi pure negli abissi sublimi del tempo, tanto non ci sarà mai più chi le darà la luce sublime dell'inverno a sole spento, oh mare, mare non mi lasciare di notte a naufragare, con le stelle della notte sublime che guardano le volte del creato tutte le volte che il loro sorriso si volge al passato, oh non gridi invano, tanto gli astri sono tutti folli, oggi ti dicono che potrai trovare i tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non si sa dove o si speri o si spara. Oh attenda pure un altro anno, tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma nera e china e bianca, come l'alba sublime, ah ci sono giorni in cui la sera non arrivi mai e il tramonto duri il transtempo transinfinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi, in altri mari, in altri mondi o in altri universi sublimi, senza sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti, soli, come il sole nella transradura abissale della foresta sublime e nera, nel cuore del continente più antico d'ansie e di timori sublimi, come quando pare che non ci sia più niente da fare per restare ancora in vita. No, non mi sogni più con la gioia sublime del cuore e il sorriso perso per strada mentre si cercavano le viole. Non è ancora giunto il transtempo in cui la notte sublime avrà lasciato le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di pianto. No , non mi sento stanca: è solo il soffio della vita che accompagna la notte sublime con il dolore della morte sublime e al mattino fugge via, con la velocità dei sogni sublimi. E' sveglio? sono le otto del mattino e la sua sorte sta partendo, non so più dove andare ed ho una gran voglia di morire, ma fra poco sognerò di entrare in quella luce che fin allora mi uccise tutti i sogni a occhi chiusi e a occhi aperti. Ma, la prego, non apra, perchè è la morte che attende con l'arma bianca e nera vicino al mare, oh no, no, non so soffrire, ma fra poco morirò e mai più la rivedrò, la sogno sempre, sempre, oh come è dolce il tempo, oh come è forte il vento, ma fermare non si può e dove andrà, non lo so, ma non si volti mai, non si giri e ri-giri mai, giammai vorrò che i suoi sogni siano spenti come i miei, non si fermi più. Sento già suonare. Quella porta è già aperta e il sole del transinfinito già splende in altomare, mi vien voglia di gridare, ma la mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili, come il respiro, il mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo già si sente giù, giù, giù fin nell'abisso, da dove non non si sale più su, sussù non lasci, non lasci, ma non si fermi, continui almeno lei a sognare, ad occhi chiusi o ad occhi aperti, tanto per sognare il sublime non serve guardare. Oh mi spinge oltre quel tempo della vita mortale, lì ove le onde fuggitive e stanche varcano le soglie dei sogni e sostano un istante transinfinito per contemplare le bellezze sublimi lunari o lunatiche? Oh si lasci guardare, è bella solo come il sole all'alba, che non guardo mai, perchè mi piace di più sognare il sole tramontante, con i suoi raggi sublimi ultraviolentiviola che volano da qui a lì senza il timore delle distanze o degli ostacoli o delle remore o dei dinieghi . Lei ci ri-penserà, si dà? si darà ? si sottrae, si kripta, si dekrypta, si vela e si disvela, è la verità bellezza, la legge dura della dolcezza del sublime, un nobile fenomeno della seducenza astrale, le stelle son lì solo per farsi con-templare, guai a chi pro-getti la prossimità, ikaro-docet? così la finirà di farsi del male da soli? così parlò Kalypso prima del diluvio universale, niente male, aldilà delle stelle e non solo quelle, ma di sola bellezza non si salva il mondo. Oh non è così? Oh è dolce come il mare salato, ma di dolcezza si vive una sola volta. Oh si regali un sogno sublime abissale o vuoto come la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità. Oh faccia sognare il sublime della transplendenza per irradiare l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma di luci soffuse e terse si può anche perire o svenire, o sbranare dall'eroina versus semidei.Ohh, oh si lasci affondare: è sublime come le stelle, ma quelle non se ne stanno lì a guardare: son fisse, mai fesse, ma fissate, replicanti, in armonia afenomenica transonante la medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani, domani? sì, domani, potrà annegare o volare, o morire o soffrire, ma non lasciare, non lasci mai più, le stelle amano essere viste a distanza siderale, guai a toccare il fondale universale, si può s-pro-fondare nell'abisso sublime, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito o transinfinito: è finito? è già tutto irreversibile abissale? Oohh non lasciare, anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze, che danze! E' finita: con il sorriso sornione della perfida albione, appena baciata dalla fortuna bendata, anzi cieca come la sua anima dis-animata, che corre e fugge via, per non tornare mai alla deriva, strane onde fuggenti, saranno le superonde della stranezza sublimi che spezzano e frantumano la transpazialità -transtemporale, ma così difficili da catturare dai miti sublimi? Quanti quanti ancora? Chissà, è l'indeterminatezza sublime della stranezza, bellezza, che spro-fondatezza. Ora e mai più non ha più senso ascoltare le voci degli abissi sublimi della memoria dei ricordi diafani, non ha più senso alleviare con il miele eterno l'eterno ritorno, sì ma dove? Si è soli con la desideranza della morte sublime, ah si inveisce ogni volta , quando appare il sublime ed abissale sguardo, non ha più senso spendere le lacrime della noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che l'esserci sublime muore. Ora ho anche io lasciato alle luci della notte sublime il vago sopore dell'anima morente, in mente, ah verrà la morte ed avrà gli occhi dell'eternità sublime. Si ascolta sempre la voce dell'anima: in silenzio: senza il clamore dell'eternità sublime. No non ci sono più sogni da vendere, nè vendette da sognare, nè ricordi sublimi da regalare a chi viene e và soltanto per mostrare il volto del bene o il volto del male o ambedue anfibologici, la sapienza consiglia di sorridere, sempre, o per lo più ogni tanto: almeno quando la presenza della transvivenza sfiora il fiore del tramonto sublime: chi rimpiangerà mai più i giorni lontani dell'infinito ritorno del sublime? In un giorno di maggio ci fu l'inizio della fine: una sola volta vidi volare la luce dell'eternità , quando la sera svelò lo sguardo della morte sublime, con gli occhi sublimi della divinità: non c'è più quella sera rischiarata dalla voce luminosa della tempesta sublime e perciò perfetta, non c'è più tempo per sognare una luce antica e amica che ri-veli il transenso dell'essere e, o, la deriva dell'infinito transinfinito ritorno che mai, se mai, verrà senza arrivi e senza partenza, ma solo una vaga presenza, come la luce sublime dei suoi occhi di là , dall'abysso infinito che mai lascerà, libero d'essere simile ai sogni pensati nel buio della notte sublime. Non ha più senso ascoltare il colore dei suoi occhi, se la sera la noia assale ed invade la memoria sognante, nel vuoto spazio della notte sublime c'è il nulla sublime che canta con la voce della seducenza astrale in transonanza: solo la transcordanza della morte ci può salvare, nel vuoto eterno del nulla sublime, una sola transonanza che canti: una canzone in transcordanza: su, sussù, non tremi, le stelle non stanno lì solo a guardare, la dea del sublime non ci ha abbandonato abita lì là in un campo di ogigia, la xhorà del sublime, lillà in un campo di ogigia la xhorà sublime abita Kalypso la sublime dea della diafanè, lì là ove la dea si getta in transplendenza in un campo, in una transradura fiorita di lillà , di ogigia la transpazialità abissale del sublime, lì scende in campo insieme all'eroe della naufraganza, là in una transradura luminosa in transplendezza di ogigia, la xhorà lillà. L'essere sublime si getta sul campo di ogigia la xhoràlillà, lì là la ricamata seducenza della dea del sublime si svela e disvela nella transcordanza sublime che seduce la dea Kalypso-lillà , in una transradura sublime fiorente di ogigia la sublime xhoràlillà, lì là ove l'essenza della dea sublime si getta, si dà , sì, sissì, la rugiadosa transradura sanguigna, ruggiosa, brillosa, luminosa, transplendente, seduce lì la dea del sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là si disvela l'aletheia sublime, la verità sublime si svela in una transradura di lillà , l' essenza della dea sublime si svela sul campo, si dà in campo lì là, sì in quella divina transradura sublime il padre o la madre sono figli dell'essere sublime, o sono figli di se stessi, la madre è figlia dell'essere sublime, o la madre è figlia di sè, così come iddio è figlio di se stesso o il dio è figlio dell'essere o la dea madre è figlia di se stessa o la madredea madreperlacea è figlia dell'essere sublime: la natura della dea sublime è figlia dell'essere sublime, la physis sublime della divina è figlia di sè e si dà da sè , sì, si svela da sè , si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà , si fonda da sè in una transradura radiosa in transplendenza diafana di ogigia xhoràlillà lì là. Ah essere figli della transradura sublime vuota, sgombra, libera, disertata,annullata, annichilita, svuotata, diradata, diafana in eterna diradanza e transplendenza, figli della transpregnanza sublime della divina splendenza, figli della sua desideranza sublime, figli della sua ontogenesi o dell'essere sublime transpregnante che si dà da sè o dà sè o dà la transpregnanza all'essere sublime. Ah la fanciulla transpregnante dell'essere sublime che dà luce e dà alla luce figli dell'essere sublime pregnante, o dell'essere sublime in estasi sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là solo la dea del sublime ci può creare. Ah essere disvelanza sublime della transmonade vuota in exstasy sublime, quale deliranza che danza nella diradanza sublime dell'aletheia dell'essere sublime, senza il nulla, senza altri dei, né altri eroi, né entità o superentità, solo il suo evento sublime che si dà: viene in sogno l'evento sublime della dea sublime che si dà nella diradanza che danza con l'imago dell'eternità transvedenza. Viene in sogno con la luce dell'eterno ritorno della transvedenza, all'alba di un altro giorno sublime con solo un ultimo desiderio nei pensieri, ma non viene mai in mente, né oggi né mai. Lì i sogni si svelano con lo sguardo della diafana transplendenza del sublime nella bellezza, o dell'essere sublime nella bellezza dell'ente ideale, o con la luccicanza sublime dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza sublime, mentre sussurra sempre ai transensi di svelare solo l'imago della diafana transvedenza: tanto per la ricerca del tempo dell'eventuale ritorno c'è sempre innanzi l'infinitezza o la sublime transinfinitezza. Ho solo un sogno da raccontare, ma non lo svenderò per qualche virtù virtuale, ho troppi sensi nascosti e silenti e inauditi e indicibili: forse un giorno aleggerà nella mondità la sua eterna presenza, ma è già sera, è già troppo tardi per credere ancora alle fabule con o senza dormienti, senza sogni. Una sola volta, se mai ci sarà, forse verrà la dea del sublime con in seno un sogno senza senno, insensato, ma non ci sarà più il tempo per sognare l'imago imaginaria degli eventi, giacchè non c'è più il tempo imaginario dell'imago eventuale. A nulla pensa il nulla sublime che sogna o immagini l'evento sublime del suo infinito ritorno dall'abisso animato, ove la luccicanza dell'evento sublime si dà, senza nulla chiedere, sino al terminale dei nostri sogni insonni salienti abyssali, come una kuspyde sublime imaginaria che attrae il chiasma eventuale, ahhh l'evento sublime dell'essere chiasmale, sublime interattanza dell'interagenza kuspydale, ewentuanza sublime, l'essere sublime s'eventua da sè, senza la legge che non c'è, senza il translogos che non c'era, senza il dio che mai ci sarà. Ah l'essere sublime s'eventua aldilà del dio che non c'è più, ah l'essere sublime si dà luce da sé, senza il dio del bene e del male che non c'è mai più, ah l'essere sublime s'eventua aldilà del bene e del male che non c'è più. L'essere della sublimanza si dà alla luce da sé, aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più. Ah l'essere sublime si dà luce e si darà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo dell'eterno ritorno che non ci sarà mai più. Madre sublime della sublymanza, oh eventuanza sublyme nei suoi occhi c'è l'essenza della nostra morte eterna, non saprei come e senza un perchè, né saprei come mai la notte sublime si nascose nel letto delle nuvole e si rivelò all'alba con il raggio di luce sublyme di un tempo che fu e che sarà: oh quante volte gli occhi hanno visto l'invisibile sublyme senza scorgere la disvelanza sublyme dell'essere? A chi si rivolga il tempo quando pensi alla destinanza e giochi con le sorti degli universi? La dea sublyme non gioca mai con la mondità, ma soffia le sue auree sublymi nei pensieri delle stelle che mai guardano a ieri, ma illuminano i sentieri della destinanza sublyme dell'essere. Madre della sublymanza ed eterna eventuanza che guardi e contempli senza parole e getti e lanci i segni degli ewenti sublymi della destinanza senza deklyni, come il volgersi dell'eventuarsi astrale degli immensi ed infiniti universi, né replicante o klonante come le stagioni del cuore della natura, o le intermittenze sublymi della notte o del giorno in disperanza disanimata della destinanza della sublatione sublyme. Ma solo lì la singolarità sublyme dell'evento dà alla luce la destinanza dell'excstasy sublyminare che dagli abyssi sublymi sorge, si dà in risplendenza, si ewentui quali luci della vivenza sublyme delle aurore senza più le scorie di ieri e senza più le pre-visioni del domani: oh madre sublyme della destinanza dia all'essere l'ewentuanza o l'invisibile sogno sublyme, affinchè l'esserci possa raggiungere le lontananze sublymi delle luci boreali e naufraghi nel sublymynare abysso degli ewenti waghi, ewanescenti ma pregnanti di miraggi della desideranza sublyme. AH ascoltai la sera sublime con i pensieri rivolti verso le veglie ed ora si è qui ad attendere gli ewenti sublymi velati di presagi e ricordi. Non saprei quando possa durare l'attesa dei sogni sublymi, né se la notte sublyme della destinanza salvi dalle spire degli abissi della sublimanza, ma se la madre dell'eterna sublymanza e della destinanza sublyme disvelasse agli sguardi il tramonto e giammai invocasse il deklyno eterno degli abissi sublymi, l'eternità abiterà le menti sublymi quale gioia sublyme senza fine e senza fini, e grazia sublyme fluttuante nelle tempeste di tutti i wenti degli ewenti abissali della destinanza sublyme. Ora si è oltre gli ewenti sublymi della destinanza abissale, trascorsi all'ombra degli abyssi tenebrosi e il sentiero abissale non svela radure sublymi della transplendenza, ma solo abyssi sublymi ove possa naufragare la destinanza senza ritorni ewentuali. Oh che i volti sublymi che giungano in-contro siano l'eventuarsi dell'esserci, e se così non fosse e mai vada si sia preda della destinanza abissale sublyme, altro tempo non è più necessario per calpestare il nulla sublyme o il niente abyssale che svuoti le sfere della mondità abissale senza anime né sensi. SI attenderà che l'ewento sublyme dell'essere si sveli dagli abyssi sublymi con le luci delle aurore delle destinanze: meglio il bagliore sublime della sublazione dell'ewentuanza dell'essere che la lenta transcendenza negli abissi kaosmici: così parlò Kalypso la sublime dea o musa o transmusa dell'eventuanza. Le interpretazioni della transestetica transestatica quella transplendenza della sublazione dell'eventuanza sublime dell'abissalità transgettano nel pensiero in mondità. Quel che seguirà è intriso di quella transpregnanza e transalienza in transplendenza sublime o transplendezza dell’essere, o storia dell'oblio dell'essere sublime o storia dell'eventuanza della sublatione sublime. L'essere sublime è il nullo fondamento di una nullità sublime. Il Dasein sublime è l'evento fondamentale della gettatezza sublime dell'esserci: essere-nel-mondo è l'essere nel sublime o essere nell'excstatica transradura sublime o Lichtung sublime dell'essere, o nella verità sublime dell'eventuanza dell'essere o nell'eventuanza excstatica del sublime come cura sublime dell'esserci sublime. Nel sublime star-fuori nella transradura il Dasein-sublime, o L'essere-nel-mondo-sublime, soggiorna in excstasi nella sublime naufraganza abissale. Il soggiornare sublime nella naufraganza abissale è la sublime transradura della sublatione ove abita poeticamente la sublime eventuanza dell'essersi sublime, lì l'essere dimensiona l'excstaticità della eventuanza della sublatione sublime. È solo con tale sfondo abissale e transinfinitezza dell'essere in sublatione che si eventua la verità sublime dell'essere. La bellezza ideale o fenomenica o noumenica o epistemica si dà ragione e propone fini, impone regole, dispone mezzi e adatta ogni cosa ai modi dell'azione, si dispiega ed è ovunque ed in priorità un porre-innanzi, una presentanza del dominio imperativo categorico in ideale transcendenza. La bellezza mondana ha agito troppo e pensato troppo poco, giacchè la definizione di fini, di mete e di mezzi è sin dall'epigenesi inadeguata nell' abnegarsi in eventuanza della sublatione sublime o Ereignis sublime: nessuno ideò la bellezza dell'evento o l'eventuarsi della bellezza, giacchè lì c' è l' eventuanza del sublime o la sublatione sublime dell' Essere o l'essere che si eventua nel sublime. L'evento sublime dell'essere transgetta l'eventuanza della sublatione dell'essere nel sublime: l'evento sublime è il mostrarsi o manifestarsi nell'evento, o nella struttura ontologica dell'evento, nella dispieganza della verità sublime dell'essere e consentì di pensare l'essere nella sua eventuanza. È l'essere sublime che si eventua nel sublime, in una transradura sublime dell'essere evento della sublatione sublime. L'eventuanza del sublime abita poeticamente sia la fondatezza che l'essere fondamento infondato o Ab-Grund sublime, ogni fondazione è inadeguata all'essere come fondatezza del sublime, giacchè ogni fondazione non può che ridurre l'essere ad entità: il pensiero sublime pensa la verità sublime dell'essere, giammai la verità della metafisica della bellezza estetica ideale o la tecnica del disvelamento, ma la verità come aletheia sublime transpoiesis della disvelatezza sublime. Anche la physis, la sorgenza-di-per-sé, è sublatione sublime abnegarsi dal nascondimento al mostrarsi o manifestarsi sublime; nella sublime disvelatezza si fonda la sublime téchne: la téchne è la poietica sublime della sublatione dell'eventuanza sublime dell'essersi, è la sublime disvelanza, la dispieganza sublime, la disvelanza sublime ove accade l'eventuanza dell'aletheia sublime, la sublime verità della sublatione dell'essersi. Gestell sublime che si disveli sublatione sublime della Gestell della disvelatezza dell'eventuanza della disvelatezza sublime, o aletheia del sublime quale cura o custodia di ciò che è libertà sublime o sublime disvelatezza. Il sublime è là ove c'é il pericolo e lì c'è la sublatione sublime che salva la verità sublime dell'essere o l' eventuanza sublime: solo il Dio o la dea del sublime può salvare l'eventuarsi sublime dell'essersi. La storia della metafisica della bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica è la storia della dimenticanza dell'essere sublime, quindi storia del nichilismo estetico, storia dell'oblio del sublime o della differenza ontologica della sublatione sublime dell'essere. La metafisica della bellezza ideale ideata da Platone evidenzia nell'essere la sola idea estetica o fenomenica, o noumenica epistemica. Platone ideò l'idea dell'evidenza dell'essere che è l'entità stessa dell'ente, o l'essere dell'ente o idea a priori platonica quale idea dell'ente nel suo essere ente dell'essere bellezza estetica che si mostri nei fenomena. È l'inizio della bellezza ideale metafisica, Nietzsche ne rappresenta l'estrema completezza, come volontà di potenza dinamica della bellezza fenomenica, cioè dell' estetica fondamentale della bellezza dell'ente o dell'essere entità. L'essere entità in Nietzsche è ancora la bellezza fenomenica ideale o noumenica epistemica sia pure la purezza-gaia-scienza nietzscheiana. Platone ideò l'archetipo della metafisica della bellezza e Nietzsche pensò l'essere assolutamente in senso platonico e la metafisica della bellezza tragica, apollinea o dionisiaca, nell'ideale interpretanza platonica, quale adequatio, estetica metafisica della bellezza ideale fenomenica, con l'essere entità: Nietzsche è l'ultimo metafisico della analitica della bellezza ideale. È l'essere bellezza ideale dell'entità
La sublime aritmetica o geometria o matematica innata nelle stelle, è inerente nel kosmos o è sublime kosmesi la più bella tra le forme o varietà o manifolds attraverso le quali l'idea, la transmonade essenziale di bellezza può essere visibile o lì si colga l'idea di bellezza, nella sua purezza quale transcendenza della sublatione dell' essere: lì un attimo di bellezza è un attimo d'esistenza. In quell' istante c'è l'eventuanza che c'è in tutta l'eternità. L'essenza della bellezza è l'essenza dell'idea, o è la sua completezza senza dolore o angoscia: è la bellezza della forma visibile o percepibile quale Essenza. Ma tale elevatezza della bellezza, o sublatione è la trascendenza dell' essere, o la sublazione del dasein quale sublazione della simmetria delle forme della bellezza o la sublatione della bellezza della forma, o la sublatione della bellezza stessa. Qui c'è la completa armonia o transarmonia afenomenica in sublatione, quale purezza dell'immaginarsi sublatione della bellezza, o la sua contemplanza quale arte della sublatione nella bellezza. Quella bellezza che si dà dalla perfetta sublatione è il sublime che trascenda se stesso, o che trascenda la bellezza che così trascenda se stessa, o è l'EREIGNIS del sublime o dispieganza dell' Essere eventuanza dell'Ereignis sublime.
Ereignis, o evento della transcendenza della sublatione dell'essere, è il pensiero sublime che si pensi sublime pensiero dell'essere sublime, o originale eventuanza dell' essere sublime. Il pensiero sublime è l' originale pensiero dell'essere archegeta perchè è il pensiero dell'evento sublime dell'essere abissale o eventuanza dall'Abgrund, o l'eventuarsi dalla verità abissale del sublime ecstatico dell' essere sublime. La verità dell'essere sublime è l' Ereignis sublime abissale, quale sublime Ereignis abissale della verità dell' Essere o sublatione sublime dell' Essere o Lichtung del sublime, o Essere in cui risplende il sublime. L'Essere sublime è dispieganza nello spazio-tempo della sublatione sublime dell'eventuanza. La verità dell'essere sublime eventuanza è l' Ereignis, ed è l' Essere sublime che transpieghi la verità dell' Essere sublime come evenienza o transpieganza dell' essere. La morte non è un evento che ponga fine al Dasein, così il sublime: è sempre presente nel Dasein-sublatione, come possibilità di impossibilità o transpieganza del suo essere sublime. La morte è sublime nulla, l'altro-che-entità, il non ente, il niente o l'abneganza sublime o l' Ereignis sublime, o transaletheia sublime dell' Ereignis o EREIGNIS della svelatezza del sublime, quale eventuanza sublime a fondamento della verità ecstatica. La perfetta sublatione del sublime, quale eventuanza in elevatezza transexcelsa della transpieganza dell'Essere. L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita sublatione dell'eventuanza sublime. L'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo sono l'eventuarsi della sublime sublatione infinita Quantica di per sé connessa o quantica sublatione, o quantica infinita sublatione sublime della transpieganza. Quell'essere sublatione quantica infinita è in se stessa sublime eventuanza in excstasi, o è l'auto-sublatione quantica, l'al di là sublime della sublatione transinfinita: la transublazione del sublime nell'eventuanza della transverità. La sua qualità è il suo essere-per-sé o il suo eventuarsi sublime o transublatione della transinfinitezza non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi o transpiegarsi o eventuanza in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre transpieganza dell'eventuarsi essere quantica infinita è la sublatione di se stessa, quale estetica bellezza ideale. Così il suo essere al di là di se stessa o al di sopra o nell'oltre transpieganza è sublime come oltre-bellezza ideale, o essere-per-sé sublime eventuanza della transublatione transinfinita. LONGINUS nel suo sublime vago e superlativo eventuò la filosofia ecstatica del sublimarsi o la sublatione estatica sublime soprannaturale e sconvolgente, o il mostrarsi asimmetrico della transpieganza dell'eventuanza. John Donne transpiegò Sublimi idee nella bellezza celeste e nobile metafisica subliming, o sublimation dell'eventuanza sublime. Pery-Hypsous o Peri Hupsous transvelò l' ekstasis dell'essere sublime o l'eventuanza dell'ekstasy quale sublatione della bellezza classica, o al di là della bellezza ideale. Per l'archegete della ontopologia sublime LONGINUS è la naufraganza, o il Peri Hupsous quale sublime transpieganza della naufraganza. Peri Hupsous è la sublatione sublime dell'eventuanza della transpieganza transinfinita. LONGINUS , il sublime archegete LONGINUS transvelò nell'arte l'eventuarsi della transpieganza della bellezza estetica che non doveva essere per coercizione anche regolare, razionale, ordinata, misurata e armoniosa, ma abnegarsi nell'eventuanza sublime. LONGINUS ispirò la sublatione sublime che si transveli al di là e al di sopra, o oltre le regole della bellezza ideale canonica. LONGINUS consentì l'eventuarsi della sublatione estatica nella transpieganza Sublime, quale pensiero poetante di Sappho, l'archegeta Saffo è sempre là nella sublatione estatica subissata dall'eventuanza dell'abnegarsi sublime. LONGINUS l'archegete del sublime transpiegò la potenza dinamica sublime nella poesia: l'annichilirsi o l'annullarsi o l'annietarsi o l'abnegarsi nella naufraganza diluviana o nella tempesta oceanica, o per sublime sublatione essersi subissati nelle tempeste vulcaniche. LONGINUS svelò l'eventuanza della luna sublime o la sublatione sublime dei phaenomena nei cieli astrali o infernali, non solo come una forma superlativa della bellezza, ma come una nuova e sublime transpieganza estetica, o bellissima eventuanza del sublime. Sublimity o Sublimità è la sublime poesia dell'archegete Saffo, come bellezza sublime che transpieghi l'aldilà della bellezza, quale estasi della sublatione sublime o Sublime transpoiesis dell'eventuanza.
Profonda solitudine dell'archegete è l'abnegarsi sublime, ma in modo che susciti terrore in sè: è la differenza tra sublimità e bellezza, un equilibrio instabile o transtabile, è il muoversi transinfinito dell'essersi in dispieganza, o dell'essere dell'ente dinamico o l'eventuarsi sublime della sublatione nella transpieganza: il piacere della bellezza è sublimato nell'eventuanza dell'aldilà o dell'oltre quale sublime bellezza in estasi sublime, o sublatione estatica che attrae e transpiega, in compresenza della paura o timore o terrore o angoscia. Il sublime è la più forte emozione, o la più sublime o l'excelsa, che la transmente sia in grado di sentire, la più potente di tutte le passioni o la potenza dinamica o la volontà di potenza o l'omnipotenza o la transpotenza, è l'intensità transinfinita della sublatione o alterezza sublime dell'eventuanza.LONGINUS transvelò la sublimità e la situò nella poesia, inventò l'aldilà della bellezza quale dispieganza della sublatione sublime estatica, sia pure intrisa di orrore soprannaturale sublime, quale Analitica del Sublime prioritaria o fondamentale, nel senso del fondersi e transpiegarsi della sublatione sublime nella bellezza ideale.
La dispieganza dell'eventuanza sublime quale Dasein si esprime nel sentimento dell'angoscia o sublatione diseventuale o abnegarsi, o annegarsi o annularsi o annichilirsi. Il Dasein sublime in excstasi invece è la sublatione sublime dell'eventuanza, o Ereignis sublime Ontologico della transpieganza dell' Essere e mostrarsi sublime, o è il transmostrarsi sublime dell'Essere nella sua transverità sublime o Essere l'eventuarsi sublime dell' Essere o è l'Essere-in-eventuanza, Dasein sublime, oltre che essere l'eventuarsi dell' essere sublime quale mistero dell' essere. Essere sublime in Dasein sublime quale sublatione dell'eventuanza dell' essere evento e disevento dell' Essere in sé, o dell'Essere che si mostri o si dimostri nel sublime. Essere transpieganza del Dasein sublime o sublatione del Dasein della verità dell'essere. La verità dell'essere è la transpieganza dell'essere transinfinito nel Dasein sublime, o Ereignis sublime della sublatione del Dasein dell' essere sublime Ereignis. Dasein è il sublime dell'essere, o è il sublime della verità dell'essere. Dasein transvede la verità sublime dell'essere sublime, quale aletheia sublime dell' Essere. Essersi sublimanza nel Dasein che consenta all'Essere sublime la transpieganza transinfinita nel Dasein, o Essere EREIGNIS sublime del sublime Dasein dell'Essere transpieganza nel DASEIN sublime. Nel rivelarsi sublime, Dasein dell'Essere, c'è l'eventuanza del Dasein sublime dell' Essere transinfinito, o Essere evento transinfinito dell' Essere excstasi della verità dell' Essere sublime Dasein. L' Essere sublime è e sarà per sempre il mistero per il Dasein, giacchè mai l'eventuarsi dell'essere nel Dasein si transpiegherà quale Ideale, o transpurezza della katarsi o vivenza dei e nei sensi o nell' intuizione di forme dell' essere fenomenale, o nell'idealismo trascendentale. La sublimità trascende la stessa ragione o il nous o la noumenica, è sublime sublatione della terribile e caotica dispieganza dell'esserci sublime. Così l'immenso oceano o mare agitati da tempeste sublimi si svelano quale dynamica sublime della transinfinita matematica sublime della topologia dell'essere sublime o transmathesis sublime, o quale Idea sublime dell' Infinito sublime o tranfinitezza o transapeiron dell'essere sublime. Hölderlin è l'archegete sublime dell'ontopologia sublime transpoiesis excstatica dell'imago sublime Kaspar D. Friedrich , o Kaspar D. Friedrich è l'archegete dell'Ereignis Sublime quale evento della dispieganza dell'esserci Sublime sublatione del sublime matematico, al di là dell'idea di infinito, quale transinfinitezza dell'essere transphysis sublime o transmathesis sublime. L'inizio del sublime, o l'eclissi della bellezza ideale, si eventuò nell' Essere della transphysis o Physis sublime dell' aletheia della transphysis: l'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D.Friedrich transvelò la physis excstatica dell'essere eventuanza della Physis quale Essere-physis-sublime, o Aletheia sublime della physis. L' Essere la transphysis è l'eventuarsi dell'essere nel sublime imago dell'archegete Kaspar D. Friedric, quale Dasein sublime o Poiesis sublime dell' essere Physis sublime, o transpoiesis della sublatione della physis quale immensità dell' essere. L' imago sublime della transphysis dell'archegete Kaspar D. Friedrich è il sublime dinamico, quale eventuarsi della matematica sublime o sublime transmathesis o topologia dell'essere sublime. Nel sublime archegete Kaspar D. Friedrich si transpiega la profonda e transfinita libertà dell'essersi in sublatione sublime. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich il sublime è trascendenza ontologica quale sublatione del razionale o del nous o della noumenica, o essere superiore dell'ideale quale transontologia dell'essere sublime. Schelling e Hölderlin e Kaspar David Friedrich sono gli archegeta dell'imago sublime o la dispieganza della sublimità della transphysis sublime in sublatione trascendente Sublime. Kaspar D.Friedrich transvelò l'abissale transvisione del sublime nella transphysis o nella transmathesis sublime quale topologia sublime dell'esserci, quale transinfinitezza abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-sublime, e sempre aldilà, oltre in trascendenza o in sublatione sublime excstatica. Il sublime archegete Kaspar D.Friedrich è l'estatica sublatione dell'essersi infinito transvisionario che contempli direttamente il disvelarsi della transverità sublime, quale sublime transpurezza katartika o rivelazione sublime dell'imago sublime. Nel corso della transtemporalità sublime È stato fondamentale il mito dell'imago Sublime di Kaspar D.Friedrich, o la sua iconomorfia sublime quale modello apocalittico sublime in estetica sublime. Nella sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich l'annientarsi o l'annichilirsi o l'abnegarsi di sé svelò il sublime dinamico, o la sublime transmathesis sublime della matematica sublime dell'essersi sempre di fronte con l'imago sublime transinfinitezza, con la transtabilità in pericolo sublime, simile al sublime delle imago sublimi delle vestigia, asimmetrie nella simmetria, decostruite dalla instabilità della transpazialità transinfinita in exkstasis. L'excstasi della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime,
quale transinfinita matematica sublime, o transmathesis sublime dell'essersi transphysis sintagmatica sublime. E' l'excstatica sublimità dell'imago sublime immaginaria di Kaspar D.Friedrich in excstatica sublatione sublime transvisiva della transpazialità, o Transvisione della transcendenza sublime della sublatione excstatica dell'essersi, o estetica della transcendenza dell'essere sublime o estensione estetica della bellezza sublime. La bellezza per Kaspar D.Friedrich è La bellezza sublime dell’imago sublime dell'essere senza fine, senza confine e senza transtelos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi della bellezza sublime che si dà nel mondo, c’è nell'essersi sublime bellezza o estetica excstatica della transinfinitezza. La sublime bellezza è l’estetica che si svelò in imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich quale bellezza sublime che si dà in dispieganza della verità sublime: il sublime è l' evento della verità dell'essersi imago sublime. Il luogo transcendenza è l'imago sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich, quale sublatione topologica dell'essere sublime o transpazialità transinfinita sempre oltre o aldilà delle ontologie regionali dell’etica, dell’estetica fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand si svela sempre quale transphysis sublime. La transpazialità della verità in Kaspar D.Friedrich è l' Abgrund dell' imago sublime in sublatione transcendentale, quale verità della transcendenza sublime, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità sublime, quale estetica excstatica della sublime imago dell'archegete Kaspar D.Friedrich o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno o Essere sublime dell'eventuanza. Pareyson disvelò l’intenzionalità estetica del sublime enigmatico quale Bellezza sublime della esteticità nulla, quasi fosse l'analisi
topologico-transcendentale dell’esteticità sublime o sublazione superiore della conoscenza epistemica. È l' esteticità sublime dell'archegete Kaspar D.Friedrich che si dà nell'imago fondersi abissale quale esteticità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi transpaziale e transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi in sublime imago dell' essersi eventuale. Kaspar D.Friedrich libera la natura o la transphysis nell’esteticità della bellezza sublime o È la bellezza che si rimette in gioco nel sublime, o è il sublime che si dà quale sublatione della bellezza ideale al di là della epistemica o fenomenica o noumenica. Hölderlin è l'archegete sublime dell'eventuanza estetica in excstasi: per Kaspar D.Friedrich, o per l'archegete Hölderlin, non esiste più la frattura o la differenza ontologica tra poesia e pensiero, o tra essersi e transphysis sublime o imago sublime e transmathesis sublime. Hölderlin svelò il Gegenstand sublime che ci
sta di-fronte quale imago sublime: il Gegen-stand sublime della sublatione che ci sta di-fronte è l'eventuarsi del sublime Gegen-stand dell'eventuanza sublime dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o della bellezza ideale o della Fenomenica estetica o noumenica.
Nell’evidenza della bellezza si dà La
fenomenicità del fenomeno della bellezza, ma il sublime Kaspar D.Friedrich eccede quella transevidenza per essere la transvedenza della sublime sublatione excstatica dell'essersi libertà nella bellezza sublime o eccedenza della libertà nel sublime, o l’eccedenza excstatica sublime dell'imago sublime. La transpazialità sublime di Kaspar D.Friedrich è la struttura ontologica dell'eventuarsi del sublime nelL’esteticità,
o nella razionalità dell’estetico o dell'epistemica o della fenomenica o noumenica bellezza. La bellezza sublime di Kaspar D.Friedrich è il senso che si dà in sublatione, è l’intenzionalità sublime dell'eventuanza dell’essere-nel-mondo: la bellezza sublime non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago sublime dell'Ereignis sublime dell'essersi. Si dà quale bellezza sublime dell'eventuarsi dell'essere . L’esteticità dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. è l’eccedenza excelsa della Bellezza quale imago sublime per eccellenza dell'essersi. Nietzsche criticò il disinteresse kantiano e difense la bellezza ideale. L’accusa a Kant è rivolta al suo quietismo della volontà, o fiacchezza, o agli ideali della conoscenza fenomenica. Per Heidegger il disinteresse non è indifferenza o una sospensione della volontà, Schopenhauer, al contrario è il più alto sforzo dell' essenza: è nel disinteresse che emerge e si dà la relatività con il gegenstand sublime. La bellezza è l’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-piacere o l'esserci-del-piacere o l'essersi-piacere, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. Il piacere estetico trova se stesso solo nell'essersi. Il piacere è se stesso quando non è di nessuno: solo così può essere di ogni esserci . Nel piacere estetico ogni essersi è libera singolarità, o singolarità in perenne transcendenza sublime. La singolarità dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l'imago dell'essersi sublime o singolarità del sublime, o lo stabilirsi dell'eventuanza del sublime nell’essere come nella transphysis dynamis o nella transmathesis transinfinita estetica excstatica. La dimensione del disinteresse è il luogo dell' evento sublime, dell' apparenza libera o del mostrarsi dell' essere sublime. La bellezza sublime quale non-ente, niente, nulla, o evento sublime dell'essere in eccedenza o sublatione sublime sempre al di là della natura calcolata, o della sua
matematizzante fenomenica ideale o noumenica. Il senza-interesse è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi del sublime, o lì c’è il mostrarsi o
il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere sublime. Il “luogo” della bellezza sublime e la sua origine si dà nell'epigenesi dell'archegete Kaspar D. Friedrich quale evento della bellezza sublime o imago sublime del consenso, evento del senso dell'Essere sublime o La transEVIDENZA o transvedenza sublime estetica excstatika. La bellezza sublime è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento sublime, o incompletezza della bellezza ideale o libertà dell’evento del sublime nella bellezza fenomenica, categoriale, noumenica, quale Gegenstand sublime o singolarità o transmonade sublime. L’esteticità dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich é la sublime libertà dell’evento sublime della sublatione sublime nella bellezza. L’evento sublime nella bellezza è la purezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich: è la vaga erranza e naufraganza nel mondo, è la singolarità sublime dell'evento nella bellezza, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. La potenza dynamis sublime intensità dell’evento senza fine, senza transtelos, senza translogos, è la libertà sublime dalla cronotopia e dalla kronologia della mondità o della mondanità. L’evento sublime è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno del sublime. La sublime bellezza dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla sublime senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis sublime Singolarità. La sublime bellezza si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza del sublime nella bellezza.
La bellezza sublime è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento del sublime nella bellezza estetica, o singolarità sublime nella bellezza quale enigma dell'essersi: esteticità della imago della singolarità sublime.
La singolarità sublime si dà nella bellezza quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento
dell' eterno ritorno del sublime nella bellezza.
La sua singolarità a-temporale non rappresenta più nulla, è solo se
stessa, pura apparenza o evento della singolarità sublime: aldilà del fenomeno della purezza o noumeno. È la singolarità
che eventua se stessa, fonda la sublimità dell'evento dell'essere. Qui è la singolarità sublime a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi nella bellezza ideale. L’eidos dell'imago sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich, o della singolarità iconica Kaspar D. Friedrich è La sublime bellezza che si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento sublime di-fronte, o Gegen-stand-sublime infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante della bellezza sublime:
È l’essersi-com-presi dal sublime nella bellezza o dell' essere sublime che
c'è o si eventua dal nulla, così che è la bellezza sublime a pensarsi e a farci pensare.
La bellezza ideale Platonica svelò la sua essenza nell’apparire, nell’essere la più
apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, invece l'archegete del sublime Proust dis-velò La verità sublime nella bellezza, aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità sublime
non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o noumenica purezza
ma la singolarità dell'evento sublime nella bellezza: l’essere è l'evento sublime nella sua singolarità o alterezza o sublatione sublime. Kaspar D. Friedrich E' IL PENSIERO DELl'icona sublime nelLA BELLEZZA non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza sublime, o discordanza nella concordanza quale transcordanza sublime. Rimbaud è l'archegete sublime della singolarità sublime della transpoiesis
o Silesius con la sua bellezza sublime che si dà senza perchè, quale Gegenstand sublime dell'eventuanza, o Proust con lo stile come visione sublime: l'alterezza o la sublazione sublime Proustiana svelò l'evidenza dolorosa, quale verità sublime inedita che dischiude l'evento sublime dell'esserci: e adesso, guardate! Ed ecco che il mondo, il quale non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogniqualvolta sorge un nuovo evento sublime ci appare nella sua differenza ontologica perfettamente sublime.È proprio la sublime differenza che crea l’evidenza della verità sublime, capace di vedere e sentire più profondamente le differenze:la sublime bellezza dello stile è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e stabilito i nessi tra eventi sublimi e fenomeni sublimi e noumeni sublimi che la contingenza lasciò separati. Una imago o una icona o un quadro di Kaspar D. Friedrich è nella sublime bellezza un evento sublime del pensiero poetante: tra il transvisibile sublime il pensare sublime c'è l'evento sublime dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci. L’immagine dell'imago dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è una simulazione del mondo sensibile o simulazione dell’idea Platonica, è Essa stessa un’idea sublime o l'idea del sublime quale estetica excstatica, o meglio il pensiero della sublazione sublime oltre la categorialità fenomenica o noumenica o epistemica. Nel colore sublime di Kaspar D. Friedrich c’è il pensiero sublime. La pittura sublime di Kaspar D. Friedrich, per l'archegete dell'ontopologia sublime Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere sublime. Nel sublime gli infiniti vortici viventi abitano il caos, l' invisibile, l'indicibile. Il pensiero sublime abita il colore o abita il suono quale translogos estetico exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé. L’esserci sublime dell'archegete Kaspar D. Friedrich non è altro che il suo essere evento sublime, o della sublatione creata dal sublime. La sublime imago di Kaspar D. Friedrich si dà come evento sublime del sublime. È la singolarità sublime che crea se stessa ed è la verità della singolarità sublime, quale estetica estatica dell’evento sublime o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi dell'Estetica della Transcendenza sublime. La bellezza sublime ha sempre avuto una relatività con la verità, Platone ne svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò La bellezza della verità nell’apparenza. L’adaequatio di res e intellectus, nella bellezza, è un’intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica. La bellezza sublime è invece sempre eccedente, è l'excstasi della sublatione nel suo esserci. La bellezza sublime è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzionalità. La bellezza sublime è il Gegen-stand della transpazialità: un difronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza. Per l'archegete Kaspar D. Friedrich la sublime bellezza è l’eccedenza excstatica dell'eventuanza. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica o epistemica. Kaspar D. Friedrich è l’evento sublime della singolarità del sublime, o la Differenza ontologica del pensiero sublime poetante, è l'Essere sublime. L'essere Differenza è l'evento dell'ontopologia sublime. Più nel profondo è l’Essere sublime che si dà, quale eventuanza sublime. C’è un’apertura, una fessura, una piega ontologica che lascia dispiegare l’essere sublime. In tali eventi sublimi l’essere è la stessa Differenza. L’essere è l’essere dell'eventuarsi del sublime. Il sublime è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi. Nello spazio sublime dell'archegete dell'ontopologia sublime Kaspar D. Friedrich La bellezza è il ‘caos’ ed è singolarità: o meglio è il kaosmos nella transingolarità o l'indeterminatezza quale transapeiron nell'archè prioritaria, o caos nell’assenza del fondamento o nella singolarità della bellezza sublime della transphysis come l’al di là di ogni principio del piacere. La singolarità sublime Si dà e si immagina senza alcun modello, esprime l'evento sublime Kaspar D. Friedrich nelle singolarità e nelle differenze, dispiega la curvatura della sublatione sublime dell'ab-Grund excstatico, ove c'è la dispieganza degli eventi sublimi. Kaspar D. Friedrich è la singolarità dell’evento sublime nella bellezza, la singolarità della differenza dell'eventuanza. The Sublime Is Kaspar D. Friedrich. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa dell'eventuarsi del sublime. Forse il pensiero dell'archegete Plotino viene in sublata svelatenza: già Sul sublime-nella-bellezza o sublime-in-svelatezza e sublatione Plotino iniziò con il rifiutare la tradizionale classicità della bellezza come armonia e proporzione, e sostenenne che quella pare riferirsi o situarsi esclusivamente alla simmetria. Al contrario, la bellezza risiede innanzi tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanarsi dalla transmonade verso la molteplicità equivale a un perdersi in perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma o l'evidenziarsi dell’idea pervasa da sublazione spirituale soprasensibile o sopraelevatezza transexcelsa o svelatenza del sublime-nella-bellezza. Plotino ripresentò la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica, là ove l'eterno ritorno dell’anima verso la transfera delle idee si evidenzi con la contemplanza e sublanza, rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali o sublazioni ideali. Platone situò la contemplanza della bellezza in sé, divina e monade quale forma della bellezza o dell' evidenziarsi transvisibile nell'ideale dalla transmente, quale armonia invisibile o armonizzarsi o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza o sublatione della physis o essere estatico-nel-mondo dell'essere. L'evidenziarsi del fenomeno musicale ontologico, coniugato alla struttura temporale del suono, o alle specificità estetiche, e recettive o al percepirsi dimensionale dell’ascolto è il gettarsi dell'interesse o il mettersi in luce o il costituirsi dei nessi che coniugano le categorie concettuali tradizionalmente impiegate dalla fenomenologia della musica in sublationi estetiche del suono sublime. La musica o un suono? Cosa c'è in risonanza o ci sia nell'eventuarsi in transonanza? I possibili eventi o interpretazioni? All’origine, la musica pare risolversi tutta nella filosofia, come modello dell’attività del relazionarsi o dell' armonizzarsi dei suoni dall'acuto al grave, all’intonazione del modello scalare: il filosofo è già musicista, come narrò Platone Fedone nel sogno fa già musica altissima o sublatione sublime. Nel Sofista la filosofia è musica, perché evidenzia le modalità dell'accordarsi e dispiegarsi nella completezza. Musica e filosofia sono l’interpretazione pitagorica dei paradigmi di relatività del fondarsi, al di là del relazionarsi mondano ma quale sublime sublatione. Filosofo e musicista sono una destinanza nell’oblio: hanno una vocazione per la musica ma si dedicano alla filosofia o viceversa. Sono persi o presi in una naufraganza che sfugge: le relazioni fra musica e filosofia si svelano nell'eventuarsi della transpoiesis sublime, o nel crearsi della sublatione estetica estatica. Lì la filosofia è musica o la musica è il mondo che canta, e la musica è il sublimarsi nella filosofia, ma con profonda asimmetria sublime. Quel situarsi sublime in sublatione estatica è l'eventuarsi di una tragicità immanente, quasi una destinanza che ancora è in attesa di una risposta che non si è data e non si darà mai. Problematica o interpretazione che viene in luce o è l'eventuarsi della musica sublime all’interno della bellezza estetica della musica stessa, Quale transonanza excstatica della sublatione musicale o il sollevarsi sublime della biforcazione tragica, nella quale il filosofo vede scissa la transmonade musicale o dell'INDETERMINAtezza Sublime della transonanza o transvisibilità ideale poetante. Lì c'è l'evento sublime che si eventua in trascendenza ontologica, o la transontologia sublime dell' Essere Kaspar D. F. è l'evento che dispiega la verità sublime ed è il fondamento del sublime o
autosvelamento dell'essere che è senza fine. Kaspar D. Friedrich è la struttura ontologica della sublatione sublime, è ontologicamente inseparabile dal sublime perché è l'essere eventuanza del sublime dell'essere. L'immagine ontologica dell'essere sublime è l'archegete Kaspar D. Friedrich che si eventua nell'imago sublime ontologicamente, secondo il sublime dell'essere o l'eventuarsi dell'essersi. L'accadere della verità sublime è l'evento dell'essere sublime, è l'evento che si eventua, è l'increspatura dell'onda, l'abisso di cui non si può mai trovare il fond-o-amento: c'è l'archegete Kaspar D. Friedrich Dietro l'immagine del sublime o nell'abisso del non-fondamento sublime o la stabilità strutturale dell'archegete dell'ontopologia sublime René Thom!
L'ì c' è un continuo abnegarsi nell'abisso del non-fondamento, la vertigine del sublime, Niente sublime, destinanza sublime insensata, atroce, inafferrabile, Vuota abissalità della sublatione sublime vertigine dell'Abisso. Il darsi sublime ed abissale del suono, al di là della bellezza musicale quale sublazione estatica del sublime nella transonanza sfugge ad ogni semplificazione logica, ed è irriducibile ad una sistemica formale o adeguatezza ideale. Gli aspetti udibili, quali ritmo, forma, densità o rarefazione di eventi sonori, sono la morfologia del suono estetico-musicale in evidenza spaziale ideale o eventuarsi ontologica, quale opera eventuale transpoietica, mistica e fisica, tattile e riflessiva in evidenza o un eventuarsi sublime dell'indeterminata sublatione. La fenomenica è il mostrarsi del sonoro quale purezza del suono. Un suono non possiede nulla, nè ha il suo essere nel fenomeno sonoro. La struttura ontologica della musica è la transonanza sublime dell'eventuarsi dell'essere o la transarmonia sublime, lì c’è una strutturarsi dell'eventuarsi della transtemporalità. L’indeterminatezza sublime si eventua nelle consonanza dell' altezza, durata, timbro, intensità per eventuare dissonanze o transonanze quale s-fondatezza dell’eventuarsi excstatico dell'estetica della bellezza musicale, o l’idea della bellezza o la fine dell’estetica o l’essenza estetica, o il suo essere-per-i-sensi o estetica del fenomeno creativo. La composizione musicale quale evento sublime è l'eventuarsi della decostruzione della transmathesis sublime:
matematica sublime dell'excstatica estetica
mistica di eventi della verità. Gli eventi sonori sublimi o cromodinamici sublimi
della transtemporalità musicale sono la disvelanza del sublime nella bellezza , o è l’eventuarsi del sublime essere dispieganza della singolarità. La transtemporalità nella musica sublime è la transonanza sublime dell'eventuarsi o abnegarsi, sistole e diastole, dell'essersi, è transpazialità o insorgenza di fenomeni o noumeni, è immanenza di presenza e assenza, o eventi sublimi assentemente presenti o presentemente assenti, oltre la simmetrica bellezza ideale; è il vuoto abissale sublime che accoglie l’eventualità del mostrarsi, o il manifestarsi transpazio-temporale dell’evento transpoetanza. La bellezza sublime risiede nelle composizioni timbriche in assenza di strutture di referenza; nell’accadere discontinuo di suoni e silenzi sublimi; nell’emergenza delle transonorità dalla risonanza o dissonanza creata dagli eventi transarmonici. Il tempo musicale della bellezza ideale si disvela così quale misura vuota, come se fosse bolla fullerenica o transmonade che scoppia sulla superficie del silenzio: il centro attorno a cui gravitano tutte le forze, le diramazioni, le infinite possibilità, è sublime silenzio. Il silenzio è transcentro abissale immobile, é spinta ad agire, impulso, motore immobile della dynamis sublime, quale eventuanza della transmathesis sublime: il silenzio sublime è il fondamento abissale, principio o priorità della musica sublime, il suono sublime esiste, si manifesta, si espande e si esaurisce è il mostrarsi della dinamica sublime o cromodinamica sublime.
La dinamica sublime del mostrarsi ed abnegarsi dell'evento musicale, o manifestarsi del fenomeno o noumeno sonoro è l'eventuarsi dell' essere e non è altro che il sublime. Il suono sublime ha una eccedenza excstatica che non si lascia imbrigliare nelle simmetrie matematiche: l’evento della transonanza sublime è la dispieganza degli eventi sonori sublimi misteriosi, il suono si eventua in latenze cromodinamiche che consentono all'esserci di ascoltarsi, di scoprirsi, di incontrare se stesso, attraverso le dispieganze che il suono dell’evento sonoro sublima aldilà della parola, della semantica di referenza. La musica è Il dispiegarsi della transtemporalità dell'evento dell'essersi sublime, o struttura ontologica transarmonica della temporalità sublime. Il tempo della musica sublime è la temporalità musicale dell'eventuarsi ed abnegarsi dell'essersi sublime: la musica sublime è la disvelanza della bellezza al di fuori della purezza o transvisibilità, quale sublime bellezza che vola lontano dall’ideale apparenza fenomenica o noumenica per eventuarsi in excstatica catarsi sublime, o l’idea di un sublime musicale o transfonico. La sublazione sublime o transexcelsa dell'archegete Leibniz si svela invece nell' essere della transmonade o archemonade quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz ideò l'epigenesi: nulla c'è senza il sublime matematico, o nulla c'è senza il sublime nella bellezza o il sublime nella transmonade. La sublatione transexcelsa si eventua già nella transmonade o archemonade quali singolarità o punto métaphysique, o sublation dei metafisici punti prioritari dell'essere delle transentità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò la sublatione excelsa della transelevatezza del sublime nella bellezza, non c'è bellezza senza sublime e non c'è sublime senza bellezza, anzi solo il nulla è senza sublime bellezza. Il sublime è già nella bellezza, giacchè la sublatione si eventua nella transmonade afenomenica quale transexcelsa transinfinita nell'archemonade, o transapeiron sublatione nella sigolarità sublime della bellezza, non dopo o nel futuro nè post, ma sempre nella priorità transinfinitezza della sua essenza. Il fenomeno della sublazione dinamica si transevidenzia, quale ideale della bellezza sublime, solo dopo essere già stato sublatione della transmonade sublime. Leibniz ci dà la svelatenza della sublatione o sublazione o essere eventuanza sublata, quale essere sublime o sublimanza che si sottrae sublime o è l'abnegarsi in transinfinita sublazione, o transublazione transexcelsa o sublanza o transublanza o elevazione o sollevamento o transelevatezza, che possano essere più facilmente comprensibili in termini di sublimanza, una sublime sublatione della transvisione estetica: la sublazione è la sublimanza della bellezza, la sublazione leibniziana è la sublimanza della transmonade, è la sublimanza dell'esserci, la sublimanza del dasein, è la sublimanza dell'intenzionalità sublime nella bellezza estetica, è la transexcelsa sublimanza dell'eventuanza dell'essere.
L' up-sollevamento o Aufhebung è solo la sublation ideale dell' entità o superentità o ontica, giammai la sublazione exstatica della sublimanza ontologica dell'eventuanza dell'essere. Dopo l'idea della natura attiva, come slancio della sublazione sublime nella bellezza transestetica, l'archegete dell'ontopologia sublime Leibniz svelò anche la sublatione dinamica o dynamis sublation del sublime dinamico, lì lo slancio è la gettanza della sublimanza o della sublazione dell'essere. Quella è la caratteristica fondamentale della transmonade in sublazione, quale struttura ontologica dello slancio della sublimanza. Se si interpreta l'essenza della sublatione quale transmonade in sublimanza quale slancio dell' essere sublime, quale transperfezione o transcompletezza della transmonade sublime l'intenzionalità sarà la sublazione excstatica o la gettanza della sublatione o lo slancio sublation del sublime. Leibniz pensò anche la sublatione fenomenica o noumenica o epistemica o ontica, ma la sublazione ontologica del Dasein, la costituzione dell'esserci quale essere sublime in sublimanza svelò all'archegete dell'ontopologia Leibniz il modello per la comprensione della sublation-monadology: una transmonade sublime indivisibile e completa, paragonabile alla dasein-sublation. Quell' idea di essere una metafisica sublation in sublatione metafisica o transcendenza quale transublatione o in transublimanza è la struttura fondamentale della transmonade sublime, o l'idea di essere transublation senza limiti o sublatione dell'infinito o del transapeiron o del transfinito quale transinfinitezza della transublimanza del Dasein sublime, quale idea della sublatione dell' essere o essere inteso come Dasein estatica del sublime o Dasein-sublation-Leibniziana ontologica del sublime nella bellezza. La transmonade ontologica è lo slancio della sublation-dasein e non deve essere intesa come una speciale forza dello spirito, ma in una modalità ontologicamente strutturale: la monade non è anima, al contrario l'anima è una possibile morfogenesi della monade. La dinamica della sublatione non è un evento occasionale ma è, essenzialmente, La struttura ontologica estatica della dynamis-sublation. Anche per l'archegete Plotino la transvisione della bellezza sensibile è fondamentale nella katarsi e ascesi e purezza : L’anima purificata diventa transforma, una ragione, si fa tutta incorporea, intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte della bellezza e del sublime-nella-bellezza, la bellezza-sublime dell’anima consiste nel rassomigliare al dio o nella svelatezza della transmorfia divina, poiché da lì deriva la bellezza-sublime e la natura essenziale dell' essere. Transvisione di svelatenza delle immagini della vera fonte della bellezza-sublime in sé, la bellezza-sublime a tutte le transentità la dà rimanendo in sé, senza ricevere nulla in sé.
Platone non aveva condannato l’arte mimetica, mimetike techne , ma solo quella che imiti il sensibile e non il modello intelligibile, o l’idea. Plotino sostiene che l’ arte si sviluppi da un’idea presente nella transmente capace di imprimere o transformare: l’arte non è più così imitatio dell’ingannevole mondo delle apparenze sensibili, né subordinata alla contemplanze di un’essenza metafisica e sovraindividuale, bensì è in sè un’idea di bellezza sublime, o è la svelatenza del sublime-nella-bellezza: una tesi Plotiniana destinata alle poetiche della sublatione platonica , per la transvedenza o svelatenza del transmito di Kalypso la disvelatezza della sublatione sublime-nella-bellezza, quale transbellezza in transestasy transtabile, diafanè, fluttuante sublazione, phyon o dynon o transmorfia o transplendenza sublime o splendezza sublime in sublatione transdelirante assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nella transinfinitezza o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità della transvedenza o che aleggi sempre entousiasta , nella sublatione sempre ab-scissa dell'essere-sublyme in transublimanza o transexcelsa alterezza, quale svelatenza della bellezza-sublime o sublime-nella-bellezza, o come disvelò Proklos la sublimanza quale elevatezza o sublatione sublime della bellezza. Proclo o l'archegete dell'ontopologia sublime Proklos per primo ideò la sublimanza quale sublatione o alterezza della bellezza ideale, quale excstasi excelsa della bellezza nel sublime o sublime nella bellezza, in un sistema ancora ontotheologico ma che disvelò la sublazione sublime. La trascendenza della sublazione transestetica è l' infinito sublime, o transapeiron nell'archè, o trascendenza sublatione del dasein o struttura ontotheo-logica del sublime: Sublazione sublime dell' essere Divina khora o il nulla sublime al di là dell' essere bellezza ideale, o il vuoto abissale quale nulla sublazione del nulla, quale transpazialità in sublatione sublime o Divinità che c'è ma sempre al di sopra o come l'al di là nel mezzo del dasein, o essere sublime sublatione nella bellezza ideale. La trascendenza della sublation-dasein transeleva, dà la transelevatezza dell'alterezza dell' essere, quale Dasein-sublation sublime sempre al di là e al di sopra della bellezza ideale platonica o kantiana, per essere sempre una sublatione mistica che trascenda l'estetica del cielo e della terra, o del kosmo quale armonia kosmetica. Proklos ideò la purezza della sublatione cosmica quale trascendenza del dasein sublime quale trascendenza della sublazione, o transublatione sublime sempre aldilà dei modelli ideali della bellezza Platonica, o quale decostruzione della mistica Platonica o della visione estetica dionisiaca. Proklos svelò l'idea del sublime quale trascendenza dell'alterezza o della sublazione mistica, per disvelarsi nella transfera cosmica, e transformare anche la Divina bellezza, una tesi incredibile o inaudita per un neo Platonico. Lì il sublime è sublatione come un grande Daimon, che l'archegete Proklos immagina come una cosmica sublatione dell'universo sublime.
La Trascendenza della sublatione è la transinfinitezza anche nella profondità dell'essere abissale, o transinfinito sublime del dasein-sublation , in una discendente spirale per essere l'essere di per sé sublime sublatione che soggiorni nella bellezza ideale. Il Sublime è in grado di tornare in se stesso, è sublatione transinfinitezza per l'archegete Proklos, e se ritorna in se stesso è perfetto da sé, soggiorna in sè o nella bellezza ideale, è l'essere in sublazione dell' essere nel non-essere o nell'essere dell'entità o nel niente o nel nulla. Essere la sublatione sublime dell'Essere: così parlò però per prima Kalypso. Il transmito del sublime iniziò con la transvedenza della sublatione sublime, quando tutti fuggirono dalla distruzione o dalla katastrophè. Solo l'eroe della naufragranza svoltò altrove, quale prima katastrophè sublime, verso il transmito della Nympha Kalypso, la dea della bellezza sublime diafanè in sublatione o la singolarità primigenia della transmusa del sublime.
Gli dèi della bellezza Olimpica o la dea della lucentezza o della splendezza, desolati, disvelano la destinanza della naufraganza in un isola boscosa quale ombelico di tutti i mari. Una dea sublime abita o soggiorna nella transradura sublime figlia di Atlas, il mago o padre della magia o dei miraggi sublimi. E' la transmusa della transvedenza abissale che abita le profondità dell'isola di Ogigia, è la Nympha del sublime o la Nympha Kalypso, è la dea dell' essere sublime o Kalypso distesa nel mare sublime, con brezze ariose, oltre l'oceano sconfinato, superiore, immersa nel mare e nella transonanza dei gabbiani, sulle violette increspature dell'oceano. Là la Nympha Nello spazio della transradura sublime interna accoglie l'eroe della naufraganza, lei stessa la dea sublime, cantando con una bella voce, una sublime armonia afenomenica o transonanza o transcordanza, alla sua transvedenza, diafanè, transvisibile in una navetta dorata. L'ingresso è diafanè malvarosa in transvedenza e profuma di cipresso, sotto gli archi delle cave c'è una vasta distesa, o sublatione della transpazialità, di giardini di vite: qui ha avuto inizio la vicenda o il transmito della sublatione sublime, come le acque cristalline e violette in diafanè, lì nella meraviglia per la transvedenza dell'essere sublime. Kalypso la sublime dea si svelò quale sublatione faccia a faccia in nobile alterezza, quasi estranea all' eroe della naufraganza, ma dentro la singolarità quale sublazione transinfinita nell'archè: seduta sulla riva o sulla transradura transpaziale abissale in transplendenza e sublatione e pianse nel suo cuore con lacrime, sospiri, dolori, doglianze. Kalypso la sublatione del sublime in transonanza e transcordanza con l'ermeneuta Hermes, seduto in sedia lucente, iniziò a interrogare o interpretate la dea della sublatione sublime: Quale è la missione qui, Hermes, dio della bacchetta dorata? Lei è la dea della sublime accoglienza o coniuganza sublime che consenta alle desideranze delle sublationi sublimi con ambrosia, mescolata con nettare di malvarosa. Kalypso la dea sublime della sublatione al Dio ermeneuta Così si svelò: La dea Kalypso della sublatione sublime transradura transpaziale abissale Ogigia, mondità sublime e subliminare e luogo di vento e onda che transconcorda in transonanza. Dea sublime, notte-tempo, dopo aver trascorso il giorno seduta sulla spiaggia rocciosa sublime, e soggiornato in transcordanza con uno spargimento di lacrime e angosce e doglianze in contemplanza transvedenza così parlò Kalypso: Ascolti infelice eroe della naufraganza. Venga qui e prenda gli strumenti di bronzo, tagli e costruisca in elevatezza, in modo tale che si possa procedere nel nebbioso oceano. Io stessa le darò vestiti da indossare e invierò un giusto vento che le consenta la sublatione sano e salvo la salvezza, grazie alla sublime divinità. Le sue parole finì, così parlò la sublatione sublime ed uscì rapida in volo: Dea della sublatione sublime o dell'abisso sublime, così sconcertante e così pericolosa. Sublimi parole della sublatione o così parlò Kalypso dal sorriso sublime e carezzevole più solenne e più temibile e più beata degli dèi, in seno nelle insenature abissali sublimi transinfinite della divinità della sublime Dea Kalypso, mentre le sue ancelle transversavano nettare e ambrosia. Kalypso la dea sublime della sublatione parlò così. Allora, la mente è saldamente fissata nell'eterna sublatione del ritorno? Và eroe della naufraganza e la gioia sublime sia lì, al di là nella sublime sublatione. Così parlò Kalypso la transmusa della sublatione sublime e affondò il sole e le tenebre, quindi il piacere l'un l'altra con le Nymphe in lungo mantello argentato, grazioso e delicato: un bel giro d'oro in cingoli sulla sua vita e una sciarpa scivolò sulla sua testa. Poi transformò la mente dell'eroe della naufraganza per la partenza. Lei gli donò una grande ascia di bronzo, facile da esercitare, con doppia lama, bella e lucida, transportò di gran lunga alberi ad alto fusto in piedi lì, torreggianti in abete bianco, pronti per restare a galla facilmente in transequilibrio transtabile. Kalypso diafanè sorgeva nella transplendenza, tornata ad essere la dea dell'eterno ritorno del sublime, iniziò ad abbattere alberi. Quindi la dea del sublime attraversò le transtringhe e li connesse in transcordanza o in esattezza, in una armonia invisibile di coniuganze sublimi transvisibili. Nel frattempo la dea del sublime transportò frammenti di veli per le vele della navetta dell'eterno ritorno sublime e la chiamò Lady Kalypso; bagnò e rivestì in dolci indumenti profumati l'eroe della naufraganza e a bordo gettò un' altra e più grande fragranza per un giusto vento caldo e gentile! Che cosa sarà di me? Così parlò Kalypso: che cos'è che si dà nel giorno sublime? che cos'è che si dà nel tempo sublime? che cos'è che dà i sogni sublimi? che cos'è che dà l'universo sublime? che cos'è che dà la notte sublime? che cos'è che dà le stelle sublimi? che cos'è che dà alle pupille il sublime? che cos'è che dà il sublime? che cos'è che dà il mito del sublime? che cos'è che dà il silenzio sublime? che cos'è che dà l'anima sublime? l'essere sublime? essere assentemente presente nel sublime o essere presentemente assente nel sublime? La transvedenza diafana dell'essere sublime dell'essere o essere il sublime dell'essere o essere sublime in essere? Tenera è la morte sublime, tenera è la morte quando s'annuncia con le stelle sublimi, quasi fossero pupille volanti del sublime. Oh quanti giorni ancora e poi il nulla sublime? Si vedranno le pupille sublimi nella notte sublime, quando saliranno al cielo quali stelle, oh le regalo il nulla sublime, perchè si possa colmare d'infiniti baci, mah i sogni che aleggiano la morte sono già giunti in punta di piedi, prima della fine dei tempi, quando la follia approda al mattino, prima che la luna sublime eclissi e il sole canti le lodi al cielo. Oh arriverò a sognare il vuoto sublime, pieno di sublime, denso di sublime? Ah essere più imprevedibile delle onde, più libera dei sogni, più lontana delle galassie, quale essenza errante nell'universo del tempo sublime, ah l'abisso sublime dei sogni ove ogni luce narra la transinfinità sublime, quale essenza che possiede in sé l'indeterminatezza del sublime. Nell'anno della morte e della creatività venne la dea del sublime per l'ultima volta, nei secoli, tra un secolo, così parlò Kalypso, avrà un quarto d'ora ancora soltanto e così nei secoli che seguiranno: saranno transinfiniti quarti lunari sublimi per transinfiniti secoli sublimi. Venne dalla bianca neve per la naufraganza nel mare del sublime, ove è inebriante naufragare, per l'ultima volta, nel secolo di un tempo sublime al tramonto, quale splendenza sublime o quale archè dell'essere sublime o quale nuova inizialità dell'esserci sublime, sì ma con chi? Poiesis sublime o transpoiesis, come la dea del sublime nel deserto, come la dea nel nulla sublime si svelò nella transplendenza, solo di sé ma non disse nulla disvelò la sua misterica bellezza sublime. Ah solo un tempo sublime ci dà la vivenza sublime, mentre gli universi si giocano l'esistenza. Ah a volte la sera sublime viene d'incanto, senza la transvedenza mondana, senza pace, senza terrore, senza volare. Si ascolta la transonanza del sublime con il senso dell'attesa delle parole dell'incanto, che fu sublime, in un epochè di dasein e di morte. Lì si sogna la dea degli eventi sublimi, senza averla mai vista, nè udito il fascino della sua transphonè, ma la si sogna così come è in transvedenza: sublime, altera, fin al punto d'infilzare i cuori con la luce dei suoi occhi e lasciare alla deriva gli esseri della speranza. Sublime l'accolse morente, dopo la battaglia e l'incontrò di notte alla luce degli incanti sublimi:canti? Le chiese. Mai, rispose. Ah le stelle , non sono mai lì per rispondere ai sogni sublimi dell'essere. Ah perchè c'è la transvedenza stellare? Perchè c'è la transvedenza nel mondo? Perchè d'improvviso, d'incanto, senza attendere né preghiere nè desideri? perchè quando la luce scompare e le ali della notte paiono avvolgere ogni orizzonte, ogni evento, ogni tempesta, solo allora la stella del creato lancia al mondo la sua seducenza sublime e fa volare i sogni nella transmente senza luce nè splendore? perchè l'altera si disvela verso sera, quando ogni speranza del giorno è nulla e induce a pensieri disperati e disperanti? perchè la stella è indifferente ai giorni a alle notti e all'essere e alla morte? E appare solo quando la sua intenzionalità lo desideri? Ah essere accolti nel genio sublime della sua essenza e con sorpresa, quasi fosse una guerra lampo: alle domande rispose con un sorriso sublime e indicibile: chi credi che decida? La dea del sublime da sola, giacchè è inizialità dell'erranza sublime: gli eventi sublimi sono già nella transmente, perchè transinfinita e sempre oltre gli altri genii. Ah volare oltre l'orizzonte per assistere all'evento del sublime, ma la notte dissipa le sue ombre e le ali non spuntano al calar del sole, forse sarà per un'altra sera, quando l'atmosfera brillerà di nuovo con la luce sublime e l'incanto svelerà all'essere i misteri sublimi del mondo, solo allora la dea del sublime accoglierà la desideranza, perchè solo allora la dea sublime desidererà salvarci. Oh già l'universo imbruna e aldilà del tempo scelto dagli eventi i venti secolari trascorrono, col senso del sublime nulla: prima? Chissà? Poi? Ci sarà? Forse la sua transvedenza diafana lascerà credere d'essere lì per il nulla ed invece è con la testa nei suoi pensieri e con la transmente nei pensieri della divinità sublime, con il corpo nei desideri e con la transmente nei pensieri del nulla sublime, del niente sublime ma mente sapendo di mentire, senza venire al mondo, senza essere presente all'essere quale sublime transpoiesis in estasi sublime, quale splendenza in estasi tra i sentieri che si biforcano, l'invisibile presenza della divinità sublime s'eleva e indica la via della sublime destinanza, aldilà sublime o là nelle colline tra il mare e il cielo, lì la dea del sublime offrirà i suoi doni all'essere che lasciò la sua vita agli inferi, per svelare il sorriso della seducenza sublime, che riempì la transmente, ogni attimo, dal fuggente al mai giunto in prossimità degli eventi sublimi. Non c'è più la desideranza: è la flebile luce che s'offre alla assurda essenza del bruciare per esistere. Ah l'estasi sublime è svanita nel nulla, nel niente si vive una sola volta, la prossima non ci sarà: né in cielo, né nel creato dell'evidenza ideale. Ah l'estasi sublime che si lascia consumare piano, quasi fosse prelibata delizia della notte sublime, la quale arriva in punta di piedi e mai lascerà l'essere silente, con i suoi occhi splendendi più delle stelle vicine o che brillano in lontananza siderale. Si desidera allora aprire la porta ed uscire dall'incubo che assale ogni orizzonte e lascia solo il nulla, quale unica consolazione della sera che arriva prima del brillio stellare e si lascia andare alla deriva: non si gioca più con la sorte, né si ascolta più la voce delle illusioni, si ignora l'assenza assoluta, si mitiga il vuoto con il vento dell'evidenza ideale, si lascia alle lusinghe il tempo necessario per sparire. Da lontano si sogna le estati senza estasi, senza parole per parlare al cuore più profondo degli universi e si chiede a chi lì vi abiti, per quale ragione la luce abbia abbandonato la sua essenza estatica ed ora opprima quale ferita della transmente? Ah come è sublime amare quando si pensa al suicidio al mare, ah il tempo dell'esserci può essere letale. Lì lunghi anni son trascorsi d'incanto sublime solo per attenuare il risveglio: la sera sublime richiama le sue stelle e la luce raccoglie le sue ultime transvisioni, per sparire e riposare, ah dove andare? Se chi si vuol raggiungere ama il sublime errare? Altrove? Là ove la voce non risuona mai nell'udito della transonanza? E i transensi si perdono tra transinfinite varietà come fiori senza profumi e lumi con la forma delle ombre sublimi? Addio ai pensieri che giocano solo con le illusioni e lasciano all'incanto il sublime: tanti anni luce saranno mitiche immagini sublimi? ah il profumo della partenza è sublime o è intenso come quello del suo arrivo. Sublime giacchè si sogna d'essere aldilà dei paradisi perduti per delirare con il peccato e il senso dell'essere sublime, in un mondo sublime che parlerà alla sera sublime e alla luna? Mai si saprà. Con i raggi di luce sublime, unico regalo della dea della desideranza sublime, la transmente naufraga nel tempo sublime: nell'essenza dell'essere sublime, quale abisso ob-scuro sublime che scava dentro l'exsistenza per colmare il niente sublime. Ah l'abisso sublime che s'insinua denso d'oscurità, abitato dalla dea del sublime più atroce, quale assenza assoluta dello s-guardo astrale o della transvedenza, che male, ora, ma non vale, presto sarà diverso, lì nell'universo sublime che non c'è più, nè mai più ci sarà, chissà? Lì la sera sublime del dì della transonanza si ascoltano i passi della transcordanza sulla catastrofe sublime, con i pensieri del corpo più dolce dei sogni: solo lì tra la luna che s'imbruna e la sera sublime del dì dell'evento sublime della splendezza, lì sorgerà quella luce sublime che incanta anche la notte più buia e più tersa dell'anno sublime: chi sparirà per primo? Forse chi apparirà tra un mito e un sogno? O chi lancerà un sussurro più profondo d'un abisso sublime? Oh la vertigine sublime dell'assenza com-prende i transensi e l'essere sublime vacilla sull'orlo della voragine transinfinita e guarda il nulla sublime abissale attante in deriva dell'universo: là ove è perso ogni transenso e il sublime regna con l'assoluto. Ah ci fosse almeno il tempo per osservare la fine dell'essere nella profondità sublime abissale dell' essenza sublime con quella leggerezza che invita al disincanto sublime , oggi non si sarebbe più qui a tremare per il niente che s'inabissa nell'essenza dell'essere e lo riempie di sublime, con la densità che rende estatica anche la bellezza terribile del sublime: perchè la catastrofe sublime che tutto divora ora dimora nel nulla sublime abissale. Lì là in fondo nell'abissale icona dell'essenza del sublime o transvedenza diafana del sublime, là nell'abissale catastrofe sublime in diafanè nell'essenza dell'essere sublime abita sovrana. Ah l'angoscia sublime che pervade l'essere sublime, quando il nulla precipita nell'abissalità e naufraga con l'estasi sublime. Là lì si abita nel vuoto sublime catastrofico che inabissa il transenso del niente sublime, il sommerso che inabissa l'immerso sublime: è la catastrofe della transmorfia sublime che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente sublime. E' una piccola increspatura che dà l'entusiasmo al nulla sublime, nella transvedenza in luce diafana inabissando l'essenza della storia e il transenso della storia, quale storia del transenso del sublime nulla. Lì là ove abitano coloro che son morti per la dea del sublime. Lì non c'è paradiso, né inferno, né limbo, né purgatorio si abita il luogo del sublime in fiore: non è un luogo sacro giacchè la dea del sublime li ha sacrificati, è una transtopia d'attesa della divinità sublime o una transpazialità abissale sublime: si è abbandonati lì per sempre e non si desidera l'eterno ritorno nel mondo , né si aspira ad un altro mondo. La transvivenza continua lì tra il colore e i profumi della dea del sublime che li circonda con l'unica consolazione possibile: essere sublimi nella transtopia sublime dell'essere sublime o nella transpazialità abissale sublime? Perchè la dea del sublime li cura come se fossero in estasi abissale sublime? Fiori sublimi tra fiori sublimi? Ah lì l'assenza invade la transmente e la riempie di presenze simili all'assenza o al nulla sublime. A niente giova pensare quale sarà la destinanza, in una esistenza ove al nulla succeda il nulla, senza posa, né timore che al transenso del niente prevalga una ipotetica salvezza. A cosa pensare quando nulla è possibile per sedurre l'essere sublime? E' meglio chiudere la transmente per precludere qualsiasi desideranza per placare i dolori del senso del nulla sublime. Ancora un attimo e tutto scomparirà e i ricordi saranno abitati dalle presenze fantasma parlanti la lingua dei morti. Si spera d'accedere subito alle prossime stagioni, senza attendere eventi che preannuncino già incontri nefasti. Alle volte è possibile ascoltare la transonanza della voce sublime e lontana, ma il transenso dei desideri è sempre rivolto verso altre stelle con la transmente ancora densa di transcordanza di pensieri inutili e si decide di lasciare a chi sappia meglio abitare il mondo, la gloria, la destinanza. Mai più si sognerà l'essenza degli sguardi, mai più s'ascolterà la transonanza della voce che chiama, perchè da sé non si sente troppo desiderata, mai più il vuoto denso d'essenze sarà abitato dalla luce generata dal nulla sublime abissale: ah dea del sublime, ah dee perchè avete abbandonato l'esserci? Lì l'incanto c'è quando la splendenza sublime si sveli e s'elelevi più bella delle meraviglie del mondo, ignari del perchè si lascia partire un soffio di desideranza che increspa ed aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno del sublime transequilibrio ed ancora di più la transonanza incanta, quasi ci fosse una transintenzionalità con il soffio della transvivenza: quasi volesse danzare tra le onde sublimi in transcordanza. Ah mai illusione balenò all'orizzonte più terribile e sublime: d'incanto così all'improvviso ci fu la transmorfia sublime degli eventi: d'impeto ammainò e riversò la sua essenza sublime nelle acque agitate e tempestose: un immenso fragore s'udì in tutti i luoghi del globo e la dea del sublime inabissò tracimando con moti ondosi altisonanti mai visti, né uditi in transonanza transudita: quel che fu la più transtabile che si conoscesse s-pro-fondò negli abissi con la sua sublime transvivenza glaciale. Ah la catastrofe sublime: un soffio può far capovolgere le immensità più eccelse, tanto da generare l'attante della transmorfia sublime che farà naufragare l'esserci: è il soffio dell'essere sublime che genera la catastrofe sublime per mutarsi in essere abissale sublime. Ah il soffio di desideranza dell'essere sublime si dà quale catastrofe sublime, prossimità del naufragare, quale destinanza dell'essere per la morte sublime. Alla presenza dell'essenza sublime della transonanza dell'incanto, al balenare del miraggio sublime immenso e transinfinito l'essere sublime è in diafana transvedenza quale estasi sublime, quale respiro che sente la vicinanza del sublime, ma quel soffio farà vacillare l'immensa la sublime e transinfinita esistenza glaciale. L'equilibrio fondante la transtabilità dell'esistenza dell'essere sublime si svelerà oscillante e transonante. Una transonanza transinfinitesima genera l'abisso sublime ove l'essere sublime naufragherà: dall'incanto sublime alla morte sublime: dal miraggio sublime al naufragio sublime. Ah l'abisso sublime che si disvela nella sua ellittica curvatura sublime: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla sublime ed è subito morte sublime, l'essere sublime è solo sulla transvarietà transferica trafitto dal raggio abissale sublime ed è subito sublime abissale in diafana aldilà. La dea sublime distese le sue intime essenze mentre disvelò al transtempo il suo essere nuda al mondo. Ahah essere in nuce, ah essere in luce: lunghi anni sulle ali dell'estate sono state le sole volte in cui la vita sorse senza dinieghi né divieti. Ah le ore grandi come un secolo, ah le cose piccole come galassie, si svelarono diafane in transvedenza animate come nuvole d'un giorno assolato e solo, scorto dietro l'angolo della morte sublime. Lì la sorte verrà ancora a spiegare la transmente, mentre le nubi lanciano al mondo ombre colme d'attesa e di tormenti. Si transente già la gioia che s'avvicina a passi lenti. Ma menti? Ah le montagne viola o lillà, la notte sublime lì là in prossimità della mondità con la velocità della destinanza, più rapida d'un uccello da preda, prenda, prenda, predante la preda fuggitiva lì là, che al fine si dà, giacchè non ce la fa. Si farà ancora in tempo a spengere le luci prima del sonno dell'attesa e del riposo: denso di sogni ed incubi e vuoti di mente. Lì è ancora giorno e il sole tarda a tralasciare, sarà ancora preda della nostalgia della bella estate che si svela alla sera sublime con l'abito delle stelle fisse, mobili, cangianti ma senza tanti allori per piangere e per sognare: con la sorte oltre la morte sublime. Avrò ancora sogni da vendere e gioie da acquistare, ma non so più se c'è la diafana tranvedenza o se la luce segua ancora il destino dei viventi o la nostalgia dei morti. Proverò ad essere una tranvedenza con la sera dietro le spalle e la notte sublime e buia quale transvivenza, ma sarà una nube nera come l'incanto della morte sublime ad avvisare le ultime speranze con il fascino del nulla sublime. Ahah udrò ancora il sole cantarmi le melodie dell'armonia afenomenica della transonanza in diafana tranvedenza che lascia al mondo il mistero dell'evento sublime, ma all'ultima ora la destinanza sublime sorprenderà con la fantasia dei fiori e la luna da sola apparirà all'orizzonte degli eventi sublimi: lascerà sognare senza fare del male: con la follia sublime negli occhi: ah come è vuota la notte sublime senza i sogni del transdicibile. Ora son trascorsi millenni luce e dell'attimo del cosmo e dell'universo non c'è traccia: nulla, né del destino, né della transvivenza così densa, così tersa, così casta, così vicina al nulla sublime e senza fasti. Qui correrò ancora un'altra volta per raggiungerla con le ali del destino sublime e l'ultimo raggio che provenga dall'aldilà sublime e insegua senza sosta una luce sublime e misteriosa e senza transenso, poi mi volterò ancora una volta per vedere gli occhi di chi decise la sorte del mondo, prima che sia fuori per sempre e transenta il transaudibile con la musica della transonanza o la la transcordanza sulle note del nulla sublime, o con i sogni sublimi abitati dagli occhi dell'essere sublime: lei è sublime, è la risonanza della transonanza in transcordanza, amante del disordine, in lei c'è la leggerezza ma anche la tristezza d'una nuvola a primavera, lei è sublime amante della transvedenza, in lei c'è la luce ma anche il buio atroce d'una nebbia subliminare, lei è sublime nemica delle tenebre: è caotica come il sole, ma le piace il perielio sublime di venere, non saprei bene se le piace la nostalgia della pace o l'ira della vittima che tace, ma sublime lei è e sarà, non mi sogni più, ho le labbra grosse da attraversare, la sera o al mattino: non fa differenza, tanto ci sarà sempre chi avrà gli occhi per ridere e lo sguardo finto metallo. Ogni sera al tramonto alzi gli occhi al cielo e pensi: quando era sublime la mia giornata, tant'è che non riuscivo mai a sapere quando il lunedì venisse, c'è, ci sono? Sì, sì, ancora un altro poco ed andrò a dormire, sognerò gli occhi tristi della sera e la luna sublime mi farà compagnia, col raggio blu dell'estate e col raggio rosa dell'autunno, ma non mi sogni più, non farà bene sostare sulle piazze di notte e cantare come i grilli dei conventi e le sere passate ad urlare: dio, dio, non molestare gli organi e i letti e le strane passioni dei gatti. AH gli occhi di metallo lucido li ho visti una domenica pomeriggio in vitro, in vetro, dietro le vetrate virtuali, ma non mi sogni mai più, o i sogni sublimi non ci lasceranno più. Sublime è il tramonto dei sogni: è il tramonto sublime dei sogni. Fra un poco verrà la sera ed uscirai di qui libero come gli uccelli del mare che vanno a pescare di notte il sangue blu, ma non ci sarà più. Adoro ancora la sera restare a guardare la notte sublime e più buia, con le stelle annoiate d'essere fisse e il creato che è lì che attende i desideri dei nostri sogni sublimi. Ancora una volta e tutto sarà scomparso sulla faccia della terra: non c'è più pioggia, non c'è più luce, non c'è più un dio che produca un miracolo stanco o appena più in linea con l'orizzonte e l'universo, ah mi sentii persa tra le sublimi transcordanze come una gru a primavera, ma c'era il sole e c'era il mare e a me veniva voglia di cantare le nenie da bambina, quando l'età incrina e la soglia tra la vita e la morte torna a vacillare. E' la transonanza sublime. Ancora un solo attimo e poi si potrà morire: mi guardò per l'ultima volta con gli occhi più lucenti della transfera del circolo polare artico , ma non si smosse dalla destinanza. Subì ancora una volta la sorte avversa: aveva un diadema con la veste più vaporosa della serata, di quelle che quando ballano fanno vacillare il mondo e il cuore, e si inizia a tremare come se si fosse sottozero all'equatore. Oh la musica era bella sì, ma si cantava da folli, si suonava la transonanza dell'infanzia maledetta e le vesti che volavano sublimi e senza senso, ma quella notte sublime non si lasciò alla sorte il privilegio di fare le scarpe. Capii all'improvviso che il tempo della giovinezza era pallido e il tempo del sorriso già dietro le spalle dei vecchi platani d'un giardino verde e rosa, blu e glicine, sublime lillà, lì là quando sorgerà ancora il tempo della pazienza fuggitiva e secolare, quando la sorte guarirà gli incubi che accompagnano la luce del giorno. Quando verrà? Ora che non ci sarò più? Oh spinga, spinga forte: la navetta dovrà tremare con la forza d'urto delle corazze e la bellezza sublime degli sguardi di fanciulle prima che per loro sia già sera o notte sublime e fonda: addio, addio, affondi pure negli abissi sublimi del tempo, tanto non ci sarà mai più chi le darà la luce sublime dell'inverno a sole spento, oh mare, mare non mi lasciare di notte a naufragare, con le stelle della notte sublime che guardano le volte del creato tutte le volte che il loro sorriso si volge al passato, oh non gridi invano, tanto gli astri sono tutti folli, oggi ti dicono che potrai trovare i tuoi sogni nel cassetto, domani nel letto e un altro giorno ancora non si sa dove o si speri o si spara. Oh attenda pure un altro anno, tanto dovrà arrivare ancora con lingue piene di vento e la chioma nera e china e bianca, come l'alba sublime, ah ci sono giorni in cui la sera non arrivi mai e il tramonto duri il transtempo transinfinito che serve per morire, nascere e rivivere in altri luoghi, in altri mari, in altri mondi o in altri universi sublimi, senza sentirsi persi, né tremanti di gioia o di paura, ma solo vuoti, soli, come il sole nella transradura abissale della foresta sublime e nera, nel cuore del continente più antico d'ansie e di timori sublimi, come quando pare che non ci sia più niente da fare per restare ancora in vita. No, non mi sogni più con la gioia sublime del cuore e il sorriso perso per strada mentre si cercavano le viole. Non è ancora giunto il transtempo in cui la notte sublime avrà lasciato le sue spoglie alle stelle e vestirà la corolla con i fiori roridi di pianto. No , non mi sento stanca: è solo il soffio della vita che accompagna la notte sublime con il dolore della morte sublime e al mattino fugge via, con la velocità dei sogni sublimi. E' sveglio? sono le otto del mattino e la sua sorte sta partendo, non so più dove andare ed ho una gran voglia di morire, ma fra poco sognerò di entrare in quella luce che fin allora mi uccise tutti i sogni a occhi chiusi e a occhi aperti. Ma, la prego, non apra, perchè è la morte che attende con l'arma bianca e nera vicino al mare, oh no, no, non so soffrire, ma fra poco morirò e mai più la rivedrò, la sogno sempre, sempre, oh come è dolce il tempo, oh come è forte il vento, ma fermare non si può e dove andrà, non lo so, ma non si volti mai, non si giri e ri-giri mai, giammai vorrò che i suoi sogni siano spenti come i miei, non si fermi più. Sento già suonare. Quella porta è già aperta e il sole del transinfinito già splende in altomare, mi vien voglia di gridare, ma la mia voce non suona più, le mani e i piedi sono immobili, come il respiro, il mio povero cuore non mi batte e ri-batte più ed il mitico corpo già si sente giù, giù, giù fin nell'abisso, da dove non non si sale più su, sussù non lasci, non lasci, ma non si fermi, continui almeno lei a sognare, ad occhi chiusi o ad occhi aperti, tanto per sognare il sublime non serve guardare. Oh mi spinge oltre quel tempo della vita mortale, lì ove le onde fuggitive e stanche varcano le soglie dei sogni e sostano un istante transinfinito per contemplare le bellezze sublimi lunari o lunatiche? Oh si lasci guardare, è bella solo come il sole all'alba, che non guardo mai, perchè mi piace di più sognare il sole tramontante, con i suoi raggi sublimi ultraviolentiviola che volano da qui a lì senza il timore delle distanze o degli ostacoli o delle remore o dei dinieghi . Lei ci ri-penserà, si dà? si darà ? si sottrae, si kripta, si dekrypta, si vela e si disvela, è la verità bellezza, la legge dura della dolcezza del sublime, un nobile fenomeno della seducenza astrale, le stelle son lì solo per farsi con-templare, guai a chi pro-getti la prossimità, ikaro-docet? così la finirà di farsi del male da soli? così parlò Kalypso prima del diluvio universale, niente male, aldilà delle stelle e non solo quelle, ma di sola bellezza non si salva il mondo. Oh non è così? Oh è dolce come il mare salato, ma di dolcezza si vive una sola volta. Oh si regali un sogno sublime abissale o vuoto come la grazia pregnante dell'universo denso d'incubi e di orrorose tragicità. Oh faccia sognare il sublime della transplendenza per irradiare l'intermittenza aurorale del miraggio boreale quale brillanza astrale, ma di luci soffuse e terse si può anche perire o svenire, o sbranare dall'eroina versus semidei.Ohh, oh si lasci affondare: è sublime come le stelle, ma quelle non se ne stanno lì a guardare: son fisse, mai fesse, ma fissate, replicanti, in armonia afenomenica transonante la medesima melodia armoniosa e tediosa mormorante: domani, domani? sì, domani, potrà annegare o volare, o morire o soffrire, ma non lasciare, non lasci mai più, le stelle amano essere viste a distanza siderale, guai a toccare il fondale universale, si può s-pro-fondare nell'abisso sublime, senza mai più tornare tra l'aurora e l'infinito o transinfinito: è finito? è già tutto irreversibile abissale? Oohh non lasciare, anzi si lasci attraversare senza fiatare, come già si lasciano oltrepassare i suoi occhi dalle intermittenze delle desideranze, che danze! E' finita: con il sorriso sornione della perfida albione, appena baciata dalla fortuna bendata, anzi cieca come la sua anima dis-animata, che corre e fugge via, per non tornare mai alla deriva, strane onde fuggenti, saranno le superonde della stranezza sublimi che spezzano e frantumano la transpazialità -transtemporale, ma così difficili da catturare dai miti sublimi? Quanti quanti ancora? Chissà, è l'indeterminatezza sublime della stranezza, bellezza, che spro-fondatezza. Ora e mai più non ha più senso ascoltare le voci degli abissi sublimi della memoria dei ricordi diafani, non ha più senso alleviare con il miele eterno l'eterno ritorno, sì ma dove? Si è soli con la desideranza della morte sublime, ah si inveisce ogni volta , quando appare il sublime ed abissale sguardo, non ha più senso spendere le lacrime della noia senza ascoltare la voce dell'aurora: che sale saliente ogni volta che l'esserci sublime muore. Ora ho anche io lasciato alle luci della notte sublime il vago sopore dell'anima morente, in mente, ah verrà la morte ed avrà gli occhi dell'eternità sublime. Si ascolta sempre la voce dell'anima: in silenzio: senza il clamore dell'eternità sublime. No non ci sono più sogni da vendere, nè vendette da sognare, nè ricordi sublimi da regalare a chi viene e và soltanto per mostrare il volto del bene o il volto del male o ambedue anfibologici, la sapienza consiglia di sorridere, sempre, o per lo più ogni tanto: almeno quando la presenza della transvivenza sfiora il fiore del tramonto sublime: chi rimpiangerà mai più i giorni lontani dell'infinito ritorno del sublime? In un giorno di maggio ci fu l'inizio della fine: una sola volta vidi volare la luce dell'eternità , quando la sera svelò lo sguardo della morte sublime, con gli occhi sublimi della divinità: non c'è più quella sera rischiarata dalla voce luminosa della tempesta sublime e perciò perfetta, non c'è più tempo per sognare una luce antica e amica che ri-veli il transenso dell'essere e, o, la deriva dell'infinito transinfinito ritorno che mai, se mai, verrà senza arrivi e senza partenza, ma solo una vaga presenza, come la luce sublime dei suoi occhi di là , dall'abysso infinito che mai lascerà, libero d'essere simile ai sogni pensati nel buio della notte sublime. Non ha più senso ascoltare il colore dei suoi occhi, se la sera la noia assale ed invade la memoria sognante, nel vuoto spazio della notte sublime c'è il nulla sublime che canta con la voce della seducenza astrale in transonanza: solo la transcordanza della morte ci può salvare, nel vuoto eterno del nulla sublime, una sola transonanza che canti: una canzone in transcordanza: su, sussù, non tremi, le stelle non stanno lì solo a guardare, la dea del sublime non ci ha abbandonato abita lì là in un campo di ogigia, la xhorà del sublime, lillà in un campo di ogigia la xhorà sublime abita Kalypso la sublime dea della diafanè, lì là ove la dea si getta in transplendenza in un campo, in una transradura fiorita di lillà , di ogigia la transpazialità abissale del sublime, lì scende in campo insieme all'eroe della naufraganza, là in una transradura luminosa in transplendezza di ogigia, la xhorà lillà. L'essere sublime si getta sul campo di ogigia la xhoràlillà, lì là la ricamata seducenza della dea del sublime si svela e disvela nella transcordanza sublime che seduce la dea Kalypso-lillà , in una transradura sublime fiorente di ogigia la sublime xhoràlillà, lì là ove l'essenza della dea sublime si getta, si dà , sì, sissì, la rugiadosa transradura sanguigna, ruggiosa, brillosa, luminosa, transplendente, seduce lì la dea del sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là si disvela l'aletheia sublime, la verità sublime si svela in una transradura di lillà , l' essenza della dea sublime si svela sul campo, si dà in campo lì là, sì in quella divina transradura sublime il padre o la madre sono figli dell'essere sublime, o sono figli di se stessi, la madre è figlia dell'essere sublime, o la madre è figlia di sè, così come iddio è figlio di se stesso o il dio è figlio dell'essere o la dea madre è figlia di se stessa o la madredea madreperlacea è figlia dell'essere sublime: la natura della dea sublime è figlia dell'essere sublime, la physis sublime della divina è figlia di sè e si dà da sè , sì, si svela da sè , si getta da sè, si pro-getta da sè in un campo di lillà , si fonda da sè in una transradura radiosa in transplendenza diafana di ogigia xhoràlillà lì là. Ah essere figli della transradura sublime vuota, sgombra, libera, disertata,annullata, annichilita, svuotata, diradata, diafana in eterna diradanza e transplendenza, figli della transpregnanza sublime della divina splendenza, figli della sua desideranza sublime, figli della sua ontogenesi o dell'essere sublime transpregnante che si dà da sè o dà sè o dà la transpregnanza all'essere sublime. Ah la fanciulla transpregnante dell'essere sublime che dà luce e dà alla luce figli dell'essere sublime pregnante, o dell'essere sublime in estasi sublime in un campo di ogigia la xhoràlillà, lì là solo la dea del sublime ci può creare. Ah essere disvelanza sublime della transmonade vuota in exstasy sublime, quale deliranza che danza nella diradanza sublime dell'aletheia dell'essere sublime, senza il nulla, senza altri dei, né altri eroi, né entità o superentità, solo il suo evento sublime che si dà: viene in sogno l'evento sublime della dea sublime che si dà nella diradanza che danza con l'imago dell'eternità transvedenza. Viene in sogno con la luce dell'eterno ritorno della transvedenza, all'alba di un altro giorno sublime con solo un ultimo desiderio nei pensieri, ma non viene mai in mente, né oggi né mai. Lì i sogni si svelano con lo sguardo della diafana transplendenza del sublime nella bellezza, o dell'essere sublime nella bellezza dell'ente ideale, o con la luccicanza sublime dell'exystenza senza presenza, o solo con l'assenza sublime, mentre sussurra sempre ai transensi di svelare solo l'imago della diafana transvedenza: tanto per la ricerca del tempo dell'eventuale ritorno c'è sempre innanzi l'infinitezza o la sublime transinfinitezza. Ho solo un sogno da raccontare, ma non lo svenderò per qualche virtù virtuale, ho troppi sensi nascosti e silenti e inauditi e indicibili: forse un giorno aleggerà nella mondità la sua eterna presenza, ma è già sera, è già troppo tardi per credere ancora alle fabule con o senza dormienti, senza sogni. Una sola volta, se mai ci sarà, forse verrà la dea del sublime con in seno un sogno senza senno, insensato, ma non ci sarà più il tempo per sognare l'imago imaginaria degli eventi, giacchè non c'è più il tempo imaginario dell'imago eventuale. A nulla pensa il nulla sublime che sogna o immagini l'evento sublime del suo infinito ritorno dall'abisso animato, ove la luccicanza dell'evento sublime si dà, senza nulla chiedere, sino al terminale dei nostri sogni insonni salienti abyssali, come una kuspyde sublime imaginaria che attrae il chiasma eventuale, ahhh l'evento sublime dell'essere chiasmale, sublime interattanza dell'interagenza kuspydale, ewentuanza sublime, l'essere sublime s'eventua da sè, senza la legge che non c'è, senza il translogos che non c'era, senza il dio che mai ci sarà. Ah l'essere sublime s'eventua aldilà del dio che non c'è più, ah l'essere sublime si dà luce da sé, senza il dio del bene e del male che non c'è mai più, ah l'essere sublime s'eventua aldilà del bene e del male che non c'è più. L'essere della sublimanza si dà alla luce da sé, aldilà del dio dell'eterno ritorno che non c'è mai più. Ah l'essere sublime si dà luce e si darà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo dell'eterno ritorno che non ci sarà mai più. Madre sublime della sublymanza, oh eventuanza sublyme nei suoi occhi c'è l'essenza della nostra morte eterna, non saprei come e senza un perchè, né saprei come mai la notte sublime si nascose nel letto delle nuvole e si rivelò all'alba con il raggio di luce sublyme di un tempo che fu e che sarà: oh quante volte gli occhi hanno visto l'invisibile sublyme senza scorgere la disvelanza sublyme dell'essere? A chi si rivolga il tempo quando pensi alla destinanza e giochi con le sorti degli universi? La dea sublyme non gioca mai con la mondità, ma soffia le sue auree sublymi nei pensieri delle stelle che mai guardano a ieri, ma illuminano i sentieri della destinanza sublyme dell'essere. Madre della sublymanza ed eterna eventuanza che guardi e contempli senza parole e getti e lanci i segni degli ewenti sublymi della destinanza senza deklyni, come il volgersi dell'eventuarsi astrale degli immensi ed infiniti universi, né replicante o klonante come le stagioni del cuore della natura, o le intermittenze sublymi della notte o del giorno in disperanza disanimata della destinanza della sublatione sublyme. Ma solo lì la singolarità sublyme dell'evento dà alla luce la destinanza dell'excstasy sublyminare che dagli abyssi sublymi sorge, si dà in risplendenza, si ewentui quali luci della vivenza sublyme delle aurore senza più le scorie di ieri e senza più le pre-visioni del domani: oh madre sublyme della destinanza dia all'essere l'ewentuanza o l'invisibile sogno sublyme, affinchè l'esserci possa raggiungere le lontananze sublymi delle luci boreali e naufraghi nel sublymynare abysso degli ewenti waghi, ewanescenti ma pregnanti di miraggi della desideranza sublyme. AH ascoltai la sera sublime con i pensieri rivolti verso le veglie ed ora si è qui ad attendere gli ewenti sublymi velati di presagi e ricordi. Non saprei quando possa durare l'attesa dei sogni sublymi, né se la notte sublyme della destinanza salvi dalle spire degli abissi della sublimanza, ma se la madre dell'eterna sublymanza e della destinanza sublyme disvelasse agli sguardi il tramonto e giammai invocasse il deklyno eterno degli abissi sublymi, l'eternità abiterà le menti sublymi quale gioia sublyme senza fine e senza fini, e grazia sublyme fluttuante nelle tempeste di tutti i wenti degli ewenti abissali della destinanza sublyme. Ora si è oltre gli ewenti sublymi della destinanza abissale, trascorsi all'ombra degli abyssi tenebrosi e il sentiero abissale non svela radure sublymi della transplendenza, ma solo abyssi sublymi ove possa naufragare la destinanza senza ritorni ewentuali. Oh che i volti sublymi che giungano in-contro siano l'eventuarsi dell'esserci, e se così non fosse e mai vada si sia preda della destinanza abissale sublyme, altro tempo non è più necessario per calpestare il nulla sublyme o il niente abyssale che svuoti le sfere della mondità abissale senza anime né sensi. SI attenderà che l'ewento sublyme dell'essere si sveli dagli abyssi sublymi con le luci delle aurore delle destinanze: meglio il bagliore sublime della sublazione dell'ewentuanza dell'essere che la lenta transcendenza negli abissi kaosmici: così parlò Kalypso la sublime dea o musa o transmusa dell'eventuanza. Le interpretazioni della transestetica transestatica quella transplendenza della sublazione dell'eventuanza sublime dell'abissalità transgettano nel pensiero in mondità. Quel che seguirà è intriso di quella transpregnanza e transalienza in transplendenza sublime o transplendezza dell’essere, o storia dell'oblio dell'essere sublime o storia dell'eventuanza della sublatione sublime. L'essere sublime è il nullo fondamento di una nullità sublime. Il Dasein sublime è l'evento fondamentale della gettatezza sublime dell'esserci: essere-nel-mondo è l'essere nel sublime o essere nell'excstatica transradura sublime o Lichtung sublime dell'essere, o nella verità sublime dell'eventuanza dell'essere o nell'eventuanza excstatica del sublime come cura sublime dell'esserci sublime. Nel sublime star-fuori nella transradura il Dasein-sublime, o L'essere-nel-mondo-sublime, soggiorna in excstasi nella sublime naufraganza abissale. Il soggiornare sublime nella naufraganza abissale è la sublime transradura della sublatione ove abita poeticamente la sublime eventuanza dell'essersi sublime, lì l'essere dimensiona l'excstaticità della eventuanza della sublatione sublime. È solo con tale sfondo abissale e transinfinitezza dell'essere in sublatione che si eventua la verità sublime dell'essere. La bellezza ideale o fenomenica o noumenica o epistemica si dà ragione e propone fini, impone regole, dispone mezzi e adatta ogni cosa ai modi dell'azione, si dispiega ed è ovunque ed in priorità un porre-innanzi, una presentanza del dominio imperativo categorico in ideale transcendenza. La bellezza mondana ha agito troppo e pensato troppo poco, giacchè la definizione di fini, di mete e di mezzi è sin dall'epigenesi inadeguata nell' abnegarsi in eventuanza della sublatione sublime o Ereignis sublime: nessuno ideò la bellezza dell'evento o l'eventuarsi della bellezza, giacchè lì c' è l' eventuanza del sublime o la sublatione sublime dell' Essere o l'essere che si eventua nel sublime. L'evento sublime dell'essere transgetta l'eventuanza della sublatione dell'essere nel sublime: l'evento sublime è il mostrarsi o manifestarsi nell'evento, o nella struttura ontologica dell'evento, nella dispieganza della verità sublime dell'essere e consentì di pensare l'essere nella sua eventuanza. È l'essere sublime che si eventua nel sublime, in una transradura sublime dell'essere evento della sublatione sublime. L'eventuanza del sublime abita poeticamente sia la fondatezza che l'essere fondamento infondato o Ab-Grund sublime, ogni fondazione è inadeguata all'essere come fondatezza del sublime, giacchè ogni fondazione non può che ridurre l'essere ad entità: il pensiero sublime pensa la verità sublime dell'essere, giammai la verità della metafisica della bellezza estetica ideale o la tecnica del disvelamento, ma la verità come aletheia sublime transpoiesis della disvelatezza sublime. Anche la physis, la sorgenza-di-per-sé, è sublatione sublime abnegarsi dal nascondimento al mostrarsi o manifestarsi sublime; nella sublime disvelatezza si fonda la sublime téchne: la téchne è la poietica sublime della sublatione dell'eventuanza sublime dell'essersi, è la sublime disvelanza, la dispieganza sublime, la disvelanza sublime ove accade l'eventuanza dell'aletheia sublime, la sublime verità della sublatione dell'essersi. Gestell sublime che si disveli sublatione sublime della Gestell della disvelatezza dell'eventuanza della disvelatezza sublime, o aletheia del sublime quale cura o custodia di ciò che è libertà sublime o sublime disvelatezza. Il sublime è là ove c'é il pericolo e lì c'è la sublatione sublime che salva la verità sublime dell'essere o l' eventuanza sublime: solo il Dio o la dea del sublime può salvare l'eventuarsi sublime dell'essersi. La storia della metafisica della bellezza ideale fenomenica o noumenica epistemica è la storia della dimenticanza dell'essere sublime, quindi storia del nichilismo estetico, storia dell'oblio del sublime o della differenza ontologica della sublatione sublime dell'essere. La metafisica della bellezza ideale ideata da Platone evidenzia nell'essere la sola idea estetica o fenomenica, o noumenica epistemica. Platone ideò l'idea dell'evidenza dell'essere che è l'entità stessa dell'ente, o l'essere dell'ente o idea a priori platonica quale idea dell'ente nel suo essere ente dell'essere bellezza estetica che si mostri nei fenomena. È l'inizio della bellezza ideale metafisica, Nietzsche ne rappresenta l'estrema completezza, come volontà di potenza dinamica della bellezza fenomenica, cioè dell' estetica fondamentale della bellezza dell'ente o dell'essere entità. L'essere entità in Nietzsche è ancora la bellezza fenomenica ideale o noumenica epistemica sia pure la purezza-gaia-scienza nietzscheiana. Platone ideò l'archetipo della metafisica della bellezza e Nietzsche pensò l'essere assolutamente in senso platonico e la metafisica della bellezza tragica, apollinea o dionisiaca, nell'ideale interpretanza platonica, quale adequatio, estetica metafisica della bellezza ideale fenomenica, con l'essere entità: Nietzsche è l'ultimo metafisico della analitica della bellezza ideale. È l'essere bellezza ideale dell'entità
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